La giunta di centrosinistra sa bene che tutelare i propri cittadini può diventare una buona fonte di entrate monetarie per le casse comunali, e quindi perchè non estendere ancora di più questa attività di controllo e di tutela? A corto di soldi (così dicono) e incapaci a tagliare la spesa, gli assessori alla Mobilità e alla Sicurezza (Maran e Granelli) si preparano ad accendere 7 autovelox in alcune delle strade più trafficate di Milano.
Le telecamere saranno posizionate sulle seguenti strade:
CAVALCAVIA DEL GHISALLO – Carreggiata direzione centro (limite massimo di velocità 70 Km/h) in corrispondenza del sottostante viale Certosa
VIA PARRI – Carreggiata direzione periferia (limite massimo di velocità 70 Km/h) all’altezza della strada che adduce a via Valsesia
VIALE FERMI – Carreggiata direzione periferia (limite massimo di velocità 70 Km/h) dopo il ponte ferroviario all’altezza di via Zubiani/via Moreschi
VIA PALMANOVA – Carreggiata centrale direzione periferia (limite massimo di velocità 70 Km/h) all’altezza della stazione metropolitana CIMIANO
VIA DEI MISSAGLIA – Carreggiata direzione periferia (limite massimo di velocità 50 Km/h) dopo via de Andrè all’altezza di via Nicola Romeo
VIALE FAMAGOSTA – Carreggiata centrale direzione piazza Maggi (limite massimo di velocità 50 Km/h) nel tratto via Cusi/via Beldiletto
VIA DELLA CHIESA ROSSA – Corsia direzione centro (limite massimo di velocità 50 Km/h) circa 100 metri prima del civico 27
In realtà le telecamere sono già in funzione da qualche giorno ormai, e già molti cittadini si erano allarmati per la raffica di flash proveniente dagli autovelox, ma il Comune spiega che si tratta solo di un collaudo preventivo, senza erogazione di sanzioni. In aggiunta a queste 7 postazioni fisse ci sono altre 8 postazioni mobili in altrettanti tratti di strade considerate a rischio: via Bazzi, via Aldo Moro, la carreggiata centrale di viale Certosa, viale De Gasperi, viale Olivieri, via Caterina da Forlì, viale Caprilli e il tratto del raccordo dell’Autosole di piazzale Corvetto.
Certo le postazioni erano già state indicate nel 2003 dalla Prefettura come zone a rischio, e ancora fresco nella memoria è il ricordo dell’incidente mortale di viale Famagosta, costato la vita a una donna incinta e a suo figlio di 4 anni. Altrettanto certo è però l’afflusso enorme di soldi nelle casse comunali, derivante dalle sanzioni erogate. Per abbozzare un calcolo basti pensare che l’autovelox installato su viale Monteceneri distribuisce ben 30.000 multe all’anno, e le sanzioni vanno da un minimo di 41 euro per un superamento del limite di massimo 10 Km/h a un massimo di 1094 € se invece la velocità sarà superiore a 60 Km/h sopra il limite di velocità. Numeri a 7 zeri, proprio come il buco di bilancio annunciato per quest’anno…
Una grande operazione quindi che dietro l’interessa per l’incolumità dei cittadini nasconde l’intento molto più pratico di fare cassa, e ancora la considerazione dei cittadini come portafogli con 2 gambe. Non però cittadini comuni, ma quelli irresponsabili e borghesi che osano viaggiare con una macchina di loro proprietà, facendosi beffe del visionario progetto di mobilità sostenibile e di trasporto alternativo dell’ancor più visionaria giunta Pisapia.
Dopo aver riempito la città di piste ciclabili inutili e pericolosissime, dopo aver chiuso il centro in una bolla senza auto (ma con lo smog) e il contestuale ritorno di introiti derivanti dalle tariffe di Area C, arrivano ben 16 telecamere tra fisse e mobili per punire ulteriormente chi sceglie (e chi non può fare a meno di farlo) l’automobile come mezzo di trasporto. Amministrare una città però non può voler dire solo aumentare sempre le entrate, quanto anche e soprattutto gestire efficacemente le uscite.
Gabriele Legramandi