Striscioni, cartelli e cori all’ombra del Cremlino e di migliaia di bandiere russe. Il popolo di Mosca è sceso in piazza per chiedere al presidente, Vladimir Putin, di sostenere la risoluzione del Parlamento della Crimea, che ha chiesto la riunificazione alla Russia e convocato un referendum in merito. Secondo le forze dell’ordine al concerto-comizio hanno preso parte 65mila persone. “Oggi il popolo della Crimea ha finalmente la possibilità di correggere l’errore imperdonabile compiuto dall’allora nomenklatura sovietica”, ha detto il deputato della Duma cittadina, Ievgheni Gerasimov, riferendosi al dono della Crimea all’Ucraina da parte del leader comunista Nikita Krushiov, nel 1954.
Il presidente deposto dell’Ucraina, Viktor Ianukovich, è ricoverato in gravi condizioni in una clinica di Mosca per un presunto infarto. Lo riferisce la stampa russa. Intanto Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno deciso, nel giorno della cerimonia di apertura, di boicottare le Paralimpiadi di Sochi. Mosca: “Gl appelli al dialogo dell’Europa fanno sorridere”.
Per Mosca “suscitano un sorriso” gli appelli europei a trattare con Kiev con la mediazione occidentale: il Cremlino ritiene “esaurito” il credito di fiducia di questi “garanti” dopo il destino toccato al documento firmato da Ianukovich a Kiev il 21 febbraio. Lo ha detto Dmitri Peskov, portavoce di Putin.
Il governo italiano non partecipa alla cerimonia di apertura delle Paralimpiadi di Sochi in corso in Russia. Lo rendono noto fonti di Palazzo Chigi: alla cerimonia prendono parte solo gli atleti azzurri. L’Italia segue quindi la strada tracciata da Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Norvegia e Finlandia che hanno annullato l’invio di delegazioni governative per protesta nei confronti del comportamento dei russi nei confronti dell’Ucraina.
Gli osservatori dell’Osce non sono riusciti neanche oggi ad entrare in Crimea, bloccati da uomini armati ad un check point delle milizie filo-russe, nell’istmo orientale di accesso alla penisola. Il check point è presidiato massicciamente da uomini in uniforme militare senza insegne.
Mikhail Koval, generale delle guardie di frontiera ucraine, ha raccontato in un’intervista alla tv ucraina “Canale 5” di essere stato rapito e picchiato con una mazza da alcuni soldati russi. Due giorni fa le guardie di frontiera ucraine avevano dato la notizia del rapimento di Koval nei pressi di Yalta, in Crimea.
Gazprom minaccia di tagliare le forniture di gas all’Ucraina se Kiev non pagherà le forniture correnti e non salderà il suo debito, che ammonta a 1,8 miliardi di dollari. La minaccia giunge dall’amministratore delegato del colosso energetico. Alexiei Miller precisa inoltre che oggi scade il termine del pagamento per il gas russo fornito a febbraio e che Kiev non ha ancora versato la somma dovuta.
La Critica