di Susanna Russo
Massimiliano Bastoni, per tutti e da sempre detto MAX, è nato a Milano il 16 marzo 1969. Imprenditore nel settore della ristorazione, ha intrapreso l’esperienza politica nel 1991 quando entò in Lega Nord poco più che ventenne, attratto da un movimento che era entrato prepotentemente nel panorama politico e da quello che era allora un messaggio del tutto nuovo: parlare direttamente alla gente, ascoltare le esigenze e impegnarsi sul territorio per dar risposte concrete e tangibili ai cittadini.
Si è interessato sin da subito alla difesa dell’identità e al problema della sicurezza sociale. Nel 1993 è stato eletto Consigliere di Zona 16, territorio in cui due anni dopo mi affidarono il ruolo di Capogruppo e successivamente nel 1997 ancora il ruolo di Consigliere. Nel 1998 diventò Coordinatore Provinciale dei Giovani Padani di Milano e l’anno successivo Coordinatore Federale dei Volontari Verdi per poi essere eletto in qualità di Consigliere di Zona 6 nel 2001. Nel 2005 è entrato a far parte dello staff di Davide Boni, Assessore all’urbanistica della Regione Lombardia e nel 2010 eletto membro del Consiglio Nazionale della Lega Nord. Dal 2009 al 2014 ho svolto funzioni di assistente al Parlamento Europeo a Bruxelles, mentre nel 2011 è stato eletto consigliere comunale a Milano, carica poi riconfermata nel 2016. Nell’aprile del 2018, a seguito delle elezioni amministrative di Regione Lombardia, è stato eletto consigliere regionale con 2251 preferenze.
Ci vuole spiegare la sua posizione in merito allo svolgimento dei consigli comunali a distanza?
«Potevano aver senso inizialmente, ma poi sono diventati un’abitudine, probabilmente per celare qualche assenza illustre. C’è chi firmava la presenza poi spariva. Basta vedere le percentuali di voto, e il Sindaco tocca la percentuale più bassa. E poi quello che faceva la doccia accendendo il pc. Scene imbarazzanti da democrazia di serie B.»
Siamo tutti a conoscenza degli assembramenti che si sono verificati lungo la Darsena lo scorso weekend. Lei ritiene che la situazione si sarebbe potuta prevenire, o nel caso gestire in modo diverso? Il Comune ha la responsabilità di quanto accaduto?
«Come al solito c’è uno scaricabarile tra Sindaco e Prefettura. In realtà entrambi hanno sottovalutato il rischio e quindi l’assenza di deterrenti ha fatto il resto. Ma in Italia funziona purtroppo così: chi sbaglia fa una scrollata di spalle e resta sulla sua poltrona. Diciamo che è stato un panorama imbarazzante.»
Sente di poter tranquillizzare i cittadini lombardi ultra ottantenni riguardo la questione vaccini?
«Molto dipende dalla produzione di vaccini su cui il Governo Conte ha commesso gravissimi errori di sottovalutazione. La Lombardia completerà la campagna vaccinale entro il mese di giugno 2021 coinvolgendo 6,6 milioni di cittadini. Si sta lavorando per accorciare le tempistiche.»
Qual è la sua posizione riguardo la reintroduzione dell’Area C?
«È l’ennesima gabella imposta a chi lavora senza alterare di un grammo l’inquinamento. Reintrodurla ora con la pandemia in corsa è irresponsabile.»
Parlando invece di sicurezza, la situazione a Milano è migliorata o peggiorata con la nuova amministrazione?
«La sicurezza è un tema volutamente trascurato da questa maggioranza. Da Pisapia a Beppe Sala non c’è mai stata attenzione alla sicurezza e il risultato si vede. I quartieri sono attraversati da numerosi episodi di violenza e microcriminalità verso i quali non ci si è mai posti il problema di cambiare strategia: dalla rincorsa dei problemi alla prevenzione. Il disagio sociale fa il resto. Posso paragonare Milano ad una città del Sud America con diseguaglianze sociali sempre più marcate e criminalità. Ha sudamericanizzato la città.»
Cosa più contesta dell’attuale amministrazione comunale?
«La totale assenza di strategia per la città. Beppe Sala ha in mente una metropoli a due velocità, quella dei super ricchi e quella per i comuni mortali. Il costo della vita alle stelle, gli stipendi sempre uguali, l’imposizione fiscale tra le più alte in Italia sono parametri ignorati dal Sindaco. A lui va bene così, a me no.»
Cosa si aspetta dall’appena inaugurato governo Draghi?
«Quello che si aspettano gli italiani, che si correggano le storture del Governo Conte: incentivi alle imprese e alle famiglie, pace fiscale, stop ai pignoramenti, chiusura dei porti e una campagna vaccinale che si concluda velocemente. Ci sono i presupposti per fare e fare bene. Poi i conti con Pd e M5S li regoleremo nelle urne.»