di Susanna Russo
Max Bastoni ha intrapreso l’esperienza politica nel 1991. Nel 1993 è stato eletto Consigliere di Zona 16, dove in seguito è divenuto Capogruppo. Nel 1998 è stato Coordinatore Provinciale dei Giovani Padani di Milano e l’anno successivo Coordinatore Federale dei Volontari Verdi, per poi essere eletto in qualità di Consigliere di Zona 6 nel 2001. Nel 2010 è stato eletto membro del Consiglio Nazionale della Lega Nord. Dal 2009 al 2014 è stato assistente al Parlamento Europeo a Bruxelles, mentre nel 2011 è stato eletto consigliere comunale a Milano, carica poi riconfermata nel 2016. Nell’aprile del 2018, a seguito delle elezioni amministrative di Regione Lombardia, è stato eletto consigliere regionale con 2251 preferenze.
Abbiamo nuovamente incontrato il consigliere regionale della Lega per parlare dei risultati delle Amministrative e della tanto discussa inchiesta realizzata da Fanpage in periodo elettorale.
Quanto l’inchiesta portata avanti da Fanpage, l’assalto alla CGIL da parte di Forza Nuova e le conseguenti reazioni hanno, a tuo parere, inciso sui risultati delle Amministrative?
«Non so quanto abbiano inciso, secondo me sarebbe utile fare anche altre analisi. Sicuramente certi contenuti sono stati utilizzati ad arte. È chiaro che tirare fuori un’inchiesta di questo tipo, a due giorni dalle elezioni, quando non c’è nemmeno la possibilità di replica, causa silenzio elettorale, sia una scorrettezza. Tra l’altro si tratta di un’inchiesta realizzata in un lungo arco di tempo, ma editata, attraverso tagli e “copia e incolla”, in puntate da 10 minuti. È quindi chiaramente un’inchiesta concepita per colpire un’unica parte politica. Anche perché, se l’inchiesta era finalizzata a portare a galla l’infiltrazione della componente estremista nei partiti, sarebbe stato interessante vedere quanti esponenti della sinistra abbiano a che fare con i centri sociali, con gli anarchici, con i no-global…e così via.»
Lei come sta vivendo il fatto di essere stato chiamato in causa direttamente in tale inchiesta?
«Di fatto non c’è nulla di nuovo. Sarebbe bastato andare sulla mia pagina Facebook per vedere che, in maniera del tutto onesta e alla luce del sole, ho sempre collaborato con Lealtà Azione attraverso iniziative che ho ritenuto valide, come la distribuzione di pacchi alimentari alle famiglie in difficoltà, o iniziative contro la pedofilia, e altri progetti. Sono queste, iniziative a cui mi invitano e a cui volentieri ho aderito, aderisco e a cui aderirò ancora, perché le ritengo assolutamente valide.»
Rispondendomi alla prima domanda, mi ha detto che, secondo lei, bisognerebbe fare altre analisi per capire questi ultimi risultati elettorali. Ad esempio?
«Sicuramente ci sono state delle scelte sbagliate alla base, riguardanti ad esempio la selezione dei candidati. Avendo un solo mese a disposizione per la campagna elettorale, è dura partire da zero per farsi conoscere. Ci sono stati dei contrasti interni che hanno pregiudicato la scelta, e questo non ha sicuramente aiutato. Mi sembrerebbe limitante ridurre tutto all’inchiesta di Fanpage; vorrebbe dire farsi dettare la linea da chi è nostro avversario, e noi non possiamo permetterci questo. Noi dobbiamo essere in grado di imporre le nostre idee e i nostri programmi ed è chiaro che quando si inizia a Luglio a farlo, e le elezioni sono a Settembre, diventa molto difficile.»
Quindi per voi non c’è da preoccuparsi per le prossime Regionali, stando nel piccolo, e poi, pensando più a lungo raggio, per le Politiche?
«C’è da temere se si commettono ancora gli stessi errori, se si parte in ritardo, se si scelgono candidati che vengono buttati nell’arena elettorale senza essere prima stati preparati a dovere e senza che si sia lavorato per farli conoscere a fondo. Per esempio, il fatto che a Milano gli abitanti delle periferie non abbiano votato, né il centrodestra, ma neanche il centrosinistra, dimostra che quest’ultimo non sia stato in grado di ascoltarli e rispondere al loro malessere, ma significa che neanche noi siamo stati in grado di presentare un’alternativa valida, e allora dobbiamo ripartire da qui.»
Secondo lei questi errori sono imputabili anche alla disunione di cui tanto si parla, in generale nel centrodestra, ma anche nei singoli partiti?
«Noi, come Lega, abbiamo sempre puntato ad un’unità. È chiaro che, se all’interno del centrodestra c’è qualcuno che gioca una partita per superare Salvini nei sondaggi o nelle percentuali elettorali, si perde di vista l’obbiettivo politico. Adesso dobbiamo rimanere uniti, capire quali siano le esigenze dei nostri elettori, e cercare di riportarli al voto il prima possibile, indipendentemente dal fatto che votino Lega, Fratelli d’Italia o Forza Italia, soprattutto quelli che si sono allontanati dalla politica.»
Dopo dieci anni a Palazzo Marino, come vive il fatto di non sedere più in Consiglio Comunale?
«Mi dispiace, perché ritengo che il ruolo di Consigliere Comunale, dal punto di vista politico, sia il più bello. È la mia città, l’ho fatto per dieci anni, quindi chiaramente mi dispiace. Però è anche vero che dopo un po’ bisogna cambiare, e devo dire che il nuovo gruppo della Lega, ricco di giovani, mi piace molto, ed infatti mi sono già messo a loro disposizione. Noi comunque dobbiamo sempre accettare il responso dell’elettorato e quindi, anche se a malincuore, lo accetto.»