Questa è la prima considerazione che ci viene da fare. Pensavamo (e riteniamo sia ancora così) Renzi un pericolo perché avrebbe potuto far dimenticare il partito che rappresenta e che non è cambiato, inducendo in equivoco una parte dell’elettorato non di sinistra, cosa che per noi si è verificata e che come conseguenza avrebbe potuto allungare l’agonia del P.D. e quindi dell’Italia. Su questo ultimo punto non sappiamo dire se, a dispetto delle apparenze, quel partito abbia prolungato la propria esistenza, ma comunque sia destinato a sparire, oppure se ci troviamo di fronte ad altri vent’anni di illusioni.
Noi vediamo nelle ragioni della vittoria di Renzi tre-quattro elementi che hanno condizionato il risultato: la paura che si affermasse quello che si appalesava come un estremismo, ossia M5S, che con quel costante atteggiamento urlato, con quelle frasi ad effetto, ma che andavano dall’ambiguo al pericoloso, hanno preoccupato una parte moderata dell’elettorato che, per evitare quello che appariva un pericolo, hanno preferito, visto l’assenza di altro, votare P.D., poi il fatto di dare la mancia ad un certo ceto sociale, stile una scarpa prima ed una dopo le elezioni, anche se probabilmente ora gli Italiani scopriranno che potrebbe essere falsa, visto che non è sicuro che la riceveranno, senza contare che € 80 probabilmente in realtà saranno per molti 53 e che risulterà essere una dolorosa partita di giro, perché se alla fine arriveranno, lo saranno a caro prezzo con tante più tasse.
Ancora, quel raccontare e promettere certe cose, non realizzarle pur avendo egli stesso dato la tempistica, mentre ne ha fatte alcune, anche di segno opposto a quanto enunciato.
La gran cassa, però, ha fatto passare su quelle basi un messaggio, che ha indotto una parte di elettorato di Centro-Destra a credere che questo signore, nonostante il partito che ha alle spalle, potrebbe riuscire in ciò in cui Berlusconi ha fallito.
E’ riuscito a tenere agganciato un partito cattolico come N.C.D., certificando così una saldatura tra la mentalità cattolica e comunista. Berlinguer dovrebbe essere soddisfatto ad assistere a questo evento, in quanto finalmente si realizza il compromesso storico, sia pure in forma ridotta. Infine, ha messo nelle liste facce e nomi nuovi ai primi posti, per nascondere quelli dei vecchi arnesi che allignano nel suo partito.
Insomma, tutto ciò è servito a dare una mano di belletto e cipria su uno zoccolo vetusto e conservatore e, visto i risultati, possiamo dire che, purtroppo per l’Italia, l’operazione è perfettamente riuscita!
Fabio Ronchi