Parte il countdown al referendum per l’autonomia della regione Lombardia che si terrà durante la giornata del 22 ottobre (si vota dalle 7 alle 23). “Se domenica dovesse vincere il Sì, come mi auguro, partiremo subito con la trattativa con il Governo per ottenere più competenze e più risorse” ha dichiarato il presidente della Lombardia, Roberto Maroni. “Nella trattativa che io farò – aggiunge il leader lombardo – tratterò per avere maggiori competenze e maggiori risorse, come c’è scritto nel quesito, partendo da almeno il 50% del residuo fiscale.”
Nello scorso ventennio molte Regioni hanno tentato di raggiungere l’autogestione rispetto allo Stato soprattutto a livello finanziario, ma hanno sempre riscontrato resistenze da parte del Governo. “Per questo motivo io e Luca Zaia abbiamo pensato di fare un referendum, di chiedere al popolo, di coinvolgere il popolo della Lombardia e del Veneto per poter avere la loro opinione e avere più forza nella trattativa. Questo è il significato del referendum, che è un referendum consultivo, certo, ma anche la Brexit lo è stato”. Queste sono state le parole del presidente questa mattina ai microfoni di RTL 102.5 al programma “Non Stop News”.
Il suo intento è quello di spingere la maggior parte dei cittadini a votare, sostenendo l’importanza dell’opportunità: “Se vado a Roma come Governatore non ho molta forza” – dice ancora Maroni – “ma se vado giù avendo dietro milioni di lombardi allora cambiano le cose.” Il tutto è in proporzione: più alta sarà la percentuale di Sì al termine del referendum, maggiore sarà il potere negoziale del governatore lombardo con Roma. Maroni non vuole perdere tempo e annuncia: “Partiamo subito da lunedì con 23 materie e partiamo dalle numerose risorse che io voglio in aggiunta, che stimano una cifra di diversi miliardi di euro” – conclude il presidente – “la trattativa sarà dura, difficile, complicata, quindi più gente avrò a sostegno del Sì e più facile sarà negoziare”.
Si è mostrato a favore delle parole di Maroni il consigliere lombardo del Movimento 5 Stelle, Stefano Buffagni. “Domenica mi aspetto la vittoria del Sì, ma per noi è già un successo il fatto che si voti: si tratta finalmente di democrazia diretta, un sogno che diventa realtà. Come sapete, il quesito è stato scritto da noi e poi votato dal centrodestra”. La prospettiva del pentastellato è quella di un afflusso di elettori al voto di oltre il 30%. “Mi auguro ci sia almeno un voto in più rispetto al referendum sulle trivelle (in Lombardia fu il 30,4%, ndr): milioni di cittadini. Un voto che non potrà essere ignorato”.
Sofia Airoldi