di Martina Grandori
Fra le moltissime cose che possono rappresentare momenti come il G20, anche quella di fare da spunto per ricordare al globo l’incredibile savoir-faire del gentleman italiano. Se da quando è iniziata la pandemia, tutto il mondo si è abituato ad abiti più informali e sciolti, durante i G20 che si sono tenuti a Matera, a giugno, e a Roma pochi giorni fa, i capi di stato hanno rilanciato quell’allure, quell’eleganza intramontabile dell’abito formale e soprattutto della cravatta. Impossibile non indossarne una, soprattutto in contesti del genere. Un accessorio dal passaporto italiano che nel mondo si è fatto conoscere per quella sartorialità e artigianalità che la connota, tant’è che il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha deciso di donarne una a tutti i potenti della Terra di E. Marinella, Maison napoletana fondata nel 1914 da Don Eugenio Marinella e diventata nel tempo testimone della grande eleganza che ci contraddistingue. Una realtà 100% italiana che nel tempo si è evoluta, oggi guarda alla sostenibilità dei suoi prodotti con un progetto molto interessante, l’Orange Fiber, brevetto 100% italiano nato a Catania dall’ingegno di Adriana Santonocito ed Enrica Arena insieme al Politecnico di Milano. Ad avviare la collaborazione fra E. Marinella ed Orange Fiber Alessandro Marinella, la quarta generazione, che ha saputo unire magistralmente il concetto di fatto a mano e l’innovazione. Tutto parte dagli scarti dell’arancia, ogni anno solo in Italia l’industria di trasformazione degli agrumi produce circa 110-120 milioni di tonnellate di scarti (fra il 40 e il 60% dell’agrume viene buttato) la cui gestione e smaltimento comportano elevati costi e danni all’ambiente. Attraverso un innovativo processo si estrae una cellulosa alta di alta qualità dagli scarti dell’industria dei succhi di agrumi (che rappresenta il 60% dello smaltimento) adatta alla filatura per poi essere trasformata in filato e in ultimo in tessuto all’insegna della circolarità. La nuova capsule collection prodotta in Orange Fiber in vendita da ottobre, conta otto nuove fantasie per le cravatte e un nuovo disegno ispirato all’agrume per pochette e foulard. Ma c’è anche un secondo progetto che la Maison napoletana ha scelto di portare avanti, si tratta di un cellophane 100% biodegradabile, frutto di una partnership importante con Oben Group, azienda leader nel settore imballaggi, che da 30 anni si occupa di porre rimedio al problema dell’inquinamento da rifiuti non gestiti in un corretto processo di riciclo. Il nuovo cellophane che protegge la cravatta all’interno dell’iconica scatola blu, è in Pplaneta BioD, nuovo film di plastica di polipropene, targato Oben Group, biodegradabile in circa 3 anni.