di Susanna Russo
Abbiamo incontrato nuovamente Marco Bestetti, coordinatore nazionale di Forza Italia Giovani. È stato consigliere, ed in seguito Presidente, del Municipio 7 di Milano. Attualmente siede a Palazzo Marino come Consigliere Comunale; eletto con 2065 voti, è stato l’esponente più votato di Forza Italia.
Si aspettava dei risultati così buoni per quanto la riguarda, e così deludenti per il centrodestra?
«In entrambi i casi no. Sapevo che avrei raccolto il consenso soprattutto da parte della mia comunità, il mio municipio, ma non mi aspettavo in queste proporzioni e non prevedevo sicuramente di arrivare primo tra gli eletti di Forza Italia, anche perché avevo come competitor dei cavalli di razza di grande esperienza e grandi capacità. Non mi aspettavo tali risultati per me, cosi come non me li aspettavo per il centrodestra; sapevamo che fosse una sfida in salita, che l’avversario fosse più strutturato di noi, e quindi temibile, ma non mi aspettavo una sconfitta così tonda»
A questo punto c’è da temere anche per le prossime elezioni, a partire dalle regionali?
«No, io credo che quella per Regione Lombardia sia una partita completamente diversa. Certo non dobbiamo dare nulla per scontato, dovremo essere bravi a stringere i ranghi intorno a Fontana qualora decidesse di ricandidarsi, altrimenti dovremo essere bravi e svelti a scegliere un candidato alternativo; in questo secondo caso non potremmo sicuramente replicare lo schema di Milano, che non è stato gradito dai nostri elettori, e cioè quello di presentare un candidato sindaco così a ridosso della tornata elettorale.»
Adesso che sono iniziati i Consigli Comunali, quali sono le sue prime impressioni? Com’è iniziata la sua avventura a Palazzo Marino?
«Si tratta di due sentimenti contrastanti: entrare a Palazzo Marino, il tempio della democrazia milanese, mi trasmette grande emozione, ma anche un grande senso di responsabilità, perché so di rappresentare, oltre i miei elettori, anche tutti gli abitanti di Milano, ed è emozionante ed importante per chi come me ama non solo la politica, ma anche la sua città. C’è anche una grande soddisfazione nel vedere tra le fila del centrodestra e del centrosinistra tanti giovani, e questo mi fa pensare che ci siano tutti gli estremi per lavorare bene. D’altro canto mi sono reso conto che, a differenza dell’esperienza in municipio, ci sono una ritualità e delle modalità differenti a cui mi dovrò abituare perché sono, soprattutto in queste prime battute, molto tattiche e teatrali. In ambito municipale eravamo costretti ad essere concreti e pragmatici, ma mi auguro che questo non sia che un primo approccio alle prime sedute do Consiglio.»
E quali sono le sue priorità da portare in Consiglio Comunale?
«Ho intenzione di fare il Consigliere Comunale come facevo il Presidente di Municipio, senza limitarmi negli argomenti o nei temi, dedicando la mia attenzione a tutti quelli che sono i temi che i cittadini per primi mi sottoporranno, con lo stesso approccio e lo stesso spirito, senza limitare il mio raggio d’azione, intervenendo ogni qualvolta città avrà bisogno del mio lavoro.»
Come ti poni rispetto alle dichiarazioni del Ministro Gelmini in merito al malessere vissuto all’interno di Forza Italia?
«Ritengo che sia un aspetto che meriti attenzione. È un grido di dolore da parte di un esponente storico di Forza Italia, che merita tutta la nostra attenzione, che non può essere liquidato come una sofferenza temporanea, perché largamente condivisa da una gran parte della nostra classe dirigente, ma anche dai nostri elettori; perché quando il nostro partito passa da percentuali che sono quattro volte quelle attuali, al 7/8%, significa che gli elettori non stanno più apprezzando il nostro modo di porci nei loro confronti. Credo quindi che sia doveroso fare un’autocritica, ed è inoltre necessario fare un’osservazione su un tema sempre più preponderante, su cui Gelmini ha assolutamente ragione, che è quello del posizionamento del centrodestra. Si è ormai dimostrato che il centrodestra a trazione destra, quindi a trazione sovranista, sia un centrodestra che non cattura più l’attenzione degli italiani, che li spaventa, che fa sì che si rifugino nell’astensionismo. Se vogliamo risollevare le sorti del partito, ma soprattutto vincere le elezioni come coalizione, abbiamo il dovere di rilanciare l’azione di Forza Italia, senza andare a traino o divenire la brutta copia di Lega o Fratelli d’Italia, che hanno delle loro specificità, ma diverse dalle nostre.»
Ci crede a Silvio Berlusconi come Presidente della Repubblica?
«È un sogno che spero davvero si realizzi, non solo per me, per il nostro partito, o per lui, ma per gli italiani. In questi tempi di grande difficoltà Berlusconi ha dimostrato, per l’ennesima volta, di essere l’ultimo statista rimasto sulla scena politica. È stato il primo a vedere in Mario Draghi una possibilità per uscire dalla crisi economica e pandemica ed ha avuto ragione. Per quanto riguarda il posizionamento internazionale del nostro Paese, non ne ha mai sbagliata una. Ha una lungimiranza da statista, di cui ora l’Italia ha bisogno. Spero quindi diventi un traguardo raggiungibile perché, ora più che mai, necessitiamo di personalità del calibro di Silvio Berlusconi, la sua storia personale e politica è lì a dimostrarlo. È tempo di mettere in campo le esperienze e non procedere più improvvisando.»