A che ora è la fine del Mondo? Non me ne vogliano i fascio-leghisti di ogni tendenza politica, ma Ebola non arriva con calma a piedi e poi via nave. Ebola viaggia in Business in aereo nel sangue e tramite l’arroganza di un burocrate di seconda fila. La storia che racconteremo potrebbe essere ricordata come uno dei tanti allarmi infondati o come l’inizio di una nuova era oscura. Nessuno sa cosa succederà, non farò speculazioni, in tutti i sensi, mi limiterò a raccontare come questa vicenda racconti molto, moltissimo di noi. Noi intesi come civiltà occidentale e non occidentale. Noi come uomini. Noi come ombre di sogni che si rincorrono in un mondo altrimenti bellissimo, ma desolatamente vuoto.
Il 25 Luglio Ebola diventa grande e prende il suo primo volo. Lo fa grazie a Patrick Sawyer. Cosa facesse quest’uomo in Liberia è abbastanza controverso, almeno per me. L’espresso dice che lavorava presso un’organizzazione non governativa collegata al Ministero delle Finanze Usa. Boh, convinti loro a me va bene tutto, ma fatico a considerare ONG un’associazione sussidiata dal Ministero delle Finanze di un qualsiasi paese. Però questo lavoro ci dà due spunti davvero importanti: 1) lavorava immerso in un ambiente popolato da gente convinta di poter salvare il mondo 2) dietro le spalle aveva l’arroganza tipica delle burocrazie piene di soldi.
Queste due caratteristiche sono l’accelerante di molte tragedie, di certo di questa. Nonostante la febbre alta, vomito e diarrea sale comunque a bordo. Sceso sviene, viene ricoverato e mente su tutto. Cerca di fuggire. Muore due giorni dopo. Sapete perchè voleva partire a tutti i costi? Doveva andare ad una conferenza. Quelle che ogni volta dovrebbero salvare qualcosa o qualcuno. Non so chi o cosa sia stato salvato, nel caso, ma ci sono oggi 59 possibili morti che camminano per la sua imbecillità. Se avesse detto la verità, almeno a terra, almeno in ospedale, oggi avremmo 59 persone in osservazione. Invece ne abbiamo presi 20, ma ne mancano 39. 39 inconsapevoli e, soprattutto, innocenti untori. A piede libero. Ed in viaggio verso di noi.
Ultima grande lezione. Le tragedie non si fermano con la pianificazione. Si fermano con il coraggio. Non serve a nulla decidere chi, per legge, può o non può salire in aereo. Servono uomini di polso che applichino logica e buon senso. Sennò si rischiano costosissime Maginot, facilmente aggirate, perchè prive di soldati. O piene di gente pronta a girarsi dall’altra parte ed al Diavolo le conseguenze. L’unica, grama, soddisfazione, è che chi l’ha fatto salire a bordo è tra i più esposti al contagio. Non si augura mai il male. Ma la giustizia è da augurarsi sempre ed a prescindere.
Luca Rampazzo