“Basta. Voglio tornare a casa, così non va”. Sono le parole pronunciate, tra le lacrime, dalla senatrice del Movimento 5 Stelle Alessandra Bencini, poco prima di lasciare l’incarico a Palazzo Madama in dissenso per le espulsioni, approvate dalla base sul web, dei quattro dissidenti. Ci sarebbero poi altri 9 senatori Cinque Stelle in procinto di abbandonare il gruppo M5s. Tra questi ci sono Maurizio Romani e Laura Bignami.
Il Movimento 5 Stelle dice sì all’espulsione dei quattro dissidenti del gruppo. Il verdetto è arrivato dall’urna online allestita sul blog di Beppe Grillo e i militanti hanno dato ragione alla linea dura. A votare sì sono stati in 29.883 contro 13.485 no. Sono fuori dal movimento dunque Francesco Campanella, Lorenzo Battista, Luis Orellana e Francesco Bocchino.
I “ribelli” si starebbero contando per verificare la possibilità di formare un proprio gruppo a Montecitorio. La “scissione” avverrebbe in parallelo con quella in corso al Senato, dove è già stata avviata.
Ma la senatrice M5s Elena Fattori dice: “Più che di scissione possiamo parlare di defezioni, ci sono parecchi senatori che stanno rassegnando le dimissioni, sono una decina. Non hanno compreso il gesto di espulsione di questi quattro senatori o per lo meno non ne hanno condiviso le modalità”. E Messora, responsabile Comunicazione M5s al Senato: “Per noi la coerenza è la cosa più importante”.
“Forse se ne andranno anche altri senatori, certamente potrebbe nascere un nuovo gruppo di ex 5 Stelle, che ci creerebbe molti più problemi di quanti ce ne potrebbero creare i nostri colleghi di gruppo”. Lo scrive il senatore M5S Roberto Cotti. “Non condivido le loro esternazioni, ma tutti devono avere diritto alle proprie opinioni”, aggiunge Cotti. Secondo il senatore “sono più di 30 quelli pronti a difendere i dissidenti, che potrebbero formare un nuovo gruppo”.
Tra i deputati si è registrata la posizione di forte critica di Alessio Tacconi, arrivato a chiedere di aggiungere il suo nome a quello dei dissidenti perché – a suo dire – “non hanno violato il codice di comportamento ma sono stati autori di un reato di opinione”. Sulla stessa linea, seppure con sfumature diverse, anche altri deputati come Tommaso Currò, Walter Rizzetto e Mimmo Pisano.
La Critica