” … tutto quel che fa il Califfato è dal punto di vista islamico perfettamente legale. Uccidere gli infedeli è assolutamente legittimo. E il profeta Maometto è stato il primo a farlo”.
Questa è un’affermazione che può sembrare, a taluni, addirittura apodittica ed espressa in modo del tutto politicamente orientato da Luttwak nell’intervista che ha negli ultimi mesi rilasciato ai media.
Proviamo a vedere se è così oppure se Luttwak abbia espresso, seppure in termini perentori ed apparentemente auto-referenziali, una verità che trova riscontro nelle fondamenta stesse dell’Islam.
Tutti i tentativi di dialogo relativi all’ecumenismo inter-religioso tra Cristianesimo ed Islam, a parte le strette di mano, le preghiere in comune ed altre manifestazioni puramente di facciata, si infrangono su un ostacolo insormontabile dal punto di vista teologico e dottrinale: l’Islam non nasce per puro caso.
La prima sura del Corano (la cosiddetta ‘aprente’), senza mezzi termini, fa riferimento ad una adulterazione delle Rivelazioni precedenti ad esso.
La rivelazione trasmessa al profeta Maometto ha un preciso scopo di rettifica.
Il problema per l’Islam non è Cristo, è il tradimento del suo messaggio effettuato dai suoi rappresentanti in terra.
Non i Cristiani in sè, ma le autorità cristiane che ne erano depositarie, solo, quindi, per estensione chi ne professa i dettami di tale ‘rivelazione adulterata’.
Il popolo di Dio cristiano si trova in una situazione di infedeltà per colpa di chi ha falsificato il messaggio di Cristo che nell’Islam, non a caso, è considerato il Sigillo di Santità, mentre Maometto è il Sigillo della Profezia.
Nel giorno del Giudizio il Sigillo di Santità (Gesù Cristo) giudicherà i vivi ed i morti e saluterà la Mecca, questa è la conseguenza escatologica dell’Aprente.
Dio, attraverso la Rivelazione al Sigillo della Profezia, Maometto, viene a rettificare (definitivamente) quanto il figlio mandato sulla terra ha detto, prima che il suo messaggio venisse corrotto.
Chiarito questo passaggio teologico, pensate a quanto siano pretestuose le polemiche sul crocifisso o sul resto di quelle che a noi occidentali secolarizzati appaiono come bizzarrie da parte dei Musulmani.
Quelli appena detti sono i veri problemi insormontabili e che stabiliscono l’assoluta incompatibilità tra questa parte di mondo e quella musulmana.
Figuratevi, una volta esplicitata la considerazione dottrinale che hanno di credenti che, comunque, fanno riferimento a Rivelazioni e Profeti da loro riconosciuti come tali, quanta ne possano avere di occidentali del tutto secolarizzati e senza più alcun riferimento, neanche sbiadito, con ciò che loro ritengono di natura assolutamente divina: nulla, la stessa che fu riservata ai pagani durante l’Egira!
Per quanto possa essere sembrata ‘result oriented’ l’affermazione di Luttwak non è una cavolata e trova preciso riscontro in ciò che costituisce in modo più profondo ed immodificabile la natura stessa dell’Islam, in tutte le sue versioni.
Una vera e propria sindrome di ‘Lawrence d’Arabia’ quella di aver scherzato con il fuoco ed averli armati in funzione geo-politica che può costare molto caro all’Occidente.
Non si può scherzare più con il fuoco …
di Cristiano Mario Sabbatini