Ieri il Consiglio Regionale della Regione Lombardia ha approvato la delibera di assestamento di bilancio. Molti i punti approvati, sul patrimonio edilizio di Aler, sull’azienda partecipata Cestec, l’eliminazione del bollo di circolazione per i motorini e altri. Fa discutere in particolare lo stanziamento di 30 milioni per realizzare un referendum sull’istituzione della Lombardia come Regione a Statuto Speciale.
Al momento dell’approvazione sono scattati gli applausi e un coro “referendum, referendum” si è alzato dai banche della Lega. I fondi però, come già anticipato dal presidente Roberto Maroni, non sono sufficienti alla realizzazione del referendum, e sarà necessaria una delibera a maggioranza qualificata, più ampia dei 49 consiglieri di maggioranza. “Confido di convincere anche l’opposizione che si tratta di una cosa buona e giusta se si vuole raggiungere l’obiettivo di tenere qui i nostri soldi” così ha dichiarato lo stesso presidente Maroni. “Il Referendum non è mai inutile – ha poi aggiunto, in risposta alle proteste delle opposizioni – se si fa una mozione per chiedere lo statuto speciale vale uno, un referendum con il popolo lombardo che approva vale 100”.
E da quella opposizione presso la quale il centrodestra cerca una sponda, non sembra passi neanche per la testa di aumentare ancora di più i fondi da stanziare per questo referendum. “Oggi i lombardi hanno 30 milioni di euro in meno, che il centrodestra ha deciso di spendere per un referendum inutile, senza effetti pratici, che serve solo alla Lega per piantare la propria bandierina ideologica”, queste sono le parole del capogruppo PD Enrico Brambilla. Parole che non lasciano sperare in una collaborazione col maggior partito di opposizione.
“Questa manovra finanziaria è l’esatta fotografia di un centrodestra che si limita a fare libri bianchi e conferenze stampa. E che ora prova a cavalcare l’onda dello statuto speciale, imboccando una strada impercorribile a spese dei cittadini lombardi”, queste le altrettanto nette parole di Roberto Bruni, consigliere del Patto Civico. “Si stanziano 30 milioni di euro – continua – per un referendum consultivo sull’autonomia nonostante identica legge della Regione Veneto sia stata dichiarata incostituzionale con sentenza 496 del 2000. Tutta propaganda, quindi. E alquanto costosa. Sulla quale certo non avranno il voto delle opposizioni”. Anche da qui nessun aiuto.
Il sogno leghista di tenersi i propri soldi in casa propria costa molti di quegli stessi soldi, che potrebbero essere utilizzati per i lombardi. Certo, la Lombardia merita davvero una gestione dei fondi più vicina alle imprese, al territorio e alle famiglie lombarde, ma ci chiediamo se non esista una soluzione meno costosa.
Gabriele Legramandi