di Gabriele Rizza
Lo abbiamo imparato bene: i moniti di Repubblica diventano sempre realtà, ben vestiti però di una narrazione efficace per far accettare commissariamenti europei, austerity e, da un anno, lockdown e zone rosse preventive. Del resto, è il giornale voce del potere e di quella classe dirigente centrista e sinistra che da almeno dieci anni in Italia ha il potere. L’ultimo monito è la richiesta di un’Italia tutta in zona rossa per permettere quante più vaccinazioni possibili in un mese prima di allentare di nuovo le misure. Richiesta condivisa sempre più da membri del Cts, virologi star della tv e membri del governo.
C’è un lato a dir poco buffo e contraddittorio in questa soluzione auspicata da Repubblica: andando ai ritmi odierni, quanti vaccinanti in più ci sarebbero in tre o quattro settimane per poter poi ripartire con più serenità? Il rischio di tornare punto e capo è decisamente alto, perché è possibile migliorare la logistica delle vaccinazioni ma ottenere più dosi di vaccini. In questo modo, cadrebbe anche l’altra ragione a sostegno di un nuovo lockdown, ossia il contenimento delle varianti e di nuove varianti resistenti ai vaccini: senza la quantità di vaccini non si va da nessuna parte anche se si applicasse la miglior qualità nelle somministrazioni. Inoltre, posta con questi criteri e obiettivi, il discorso andrebbe legato a tutta Europa. È impensabile mettere in moto un piano del genere se non in concerto con i partner europei, i quali dovrebbero anche loro chiudere allo stesso modo e per lo stesso tempo proprio per evitare l’insorgere e le diffusioni di varianti che volano in un attimo da una nazione all’altra. Se sarà solo l’Italia a ragionare così, il problema delle varianti si ripresenterà molto presto, con nuove chiusure per la felicità dei censori delle partite iva.
Viene dunque facile pensare che un lockdown per le vaccinazioni sia solo l’ennesima narrazione per far accettare altra povertà agli italiani. Il fallimento e l’incapacità, la povertà e la miseria si mascherano con un pericolo o una speranza più grande del fallimento. Il pericolo varianti e la speranza dei vaccini si prestano benissimo alla realtà di questi giorni: i contagi stanno aumentando, e come da un anno a questa parte siamo impreparati. Abbiamo ancora il solo distanziamento come arma più potente per difenderci. E sulla disponibilità dei vaccini siamo inesorabilmente indietro, per incapacità nostra e per la cieca fede nell’Unione Europea.