Cosa è lo spread, come si calcola, le conseguenze nella società e la correlazione coi tassi di rendimento dei mutui.
Cosa è
I Paesi emettono titoli di Stato per finanziare il proprio debito pubblico. Il tasso di interesse applicato a queste obbligazioni e che a scadenza pagato agli investitori è strettamente legato alla stabilità del Paese stesso, ovvero alla sua capacità di adempiere agli oneri finanziari restituendo a scadenza i propri debiti.
Tradotto letteralmente, lo spread Btp-Bund è un differenziale e, nello specifico, il divario esistente fra i titoli di stato decennali italiani e quelli corrispondenti tedeschi. Quest’ultimi sono presi da riferimento per gli spread di tutti gli altri Paesi europei per un semplice motivo: la Germania è il Paese considerato più affidabile di tutti quelli che compongono l’area Euro.
Come si calcola
Per determinarne il valore dello spread, bisogna calcolare il tasso di rendimento dei BTP e dei Bund a 10 anni. L’unità di misura di tale valore è espresso non in percentuale, bensì in punti base, dove ogni punto base corrisponde allo 0,01 %. Pertanto, 100 punti base, rappresentano l’1%.
Se ad esempio un Btp a 10 anni ha un tasso di rendimento del 5% e il corrispettivo Bund del 2%, lo spread sarà così calcolato: 5-2 = 3 punti percentuali, quindi 300 punti base. La determinazione dello spread avviene sulla base delle libere contrattazioni sui mercati di titoli e viene appunto monitorato per misurarne, come sopra accennato, lo stato di salute del Paese e la fiducia che in esso hanno gli investitori.
Perché se ne parla
Nel caso della manovra economica finanziaria del Governo M5S – Lega, ciò che desta preoccupazione è l’impronta fortemente assistenzialistica del Reddito di Cittadinanza, la mancanza di coperture finanziarie e un progetto chiaro e definito che rilanci, nero su bianco, lo sviluppo economico e il mondo del lavoro. Una manovra ambiziosa dove molte risorse sono destinate a perdersi in un contesto in cui il debito pubblico risulta essere già di per se una vera e propria montagna.
Per motivi come questi e davanti a crisi politiche, sociali, istituzionali ed economiche di un Paese, lo spread subisce alterazioni vistose. Diminuisce la fiducia dei mercati e la preoccupazione di chi ha già investito nei titoli di stato, costringendo il Paese ad allettare nuovi investitori aumentando i tassi di rendimenti dei nuovi titoli, riducendo di conseguenza il valore di quelli già emessi.
La domanda che, a questo punto, gli investitori si porranno, sarà dunque: ” l’Italia sarà in grado di coprire i futuri rimborsi dei nuovi titoli a scadenza ? “
Per poter fare ciò, l’esecutivo sarà dunque tenuto a trovare nuove risorse economiche, intraprendendo vie di rigore attraverso tagli alla spesa pubblica e/o nuove tasse.
Per questo motivo lo spread, che piaccia o meno, riveste un significato e un indice importante, non solo per i mercati ma anche per i cittadini e per i Governi dei Paesi. Soprattutto se assume numeri elevati per tanto tempo.
Ma perché i mercati sono così fortemente influenzati dall’andamento dello spread?
Semplicemente per il loop che va ad innescarsi e che, senza una politica economica responsabile e costruttiva, volta a fomentare il lavoro e non l’assistenzialismo, può generare a lungo andare il fallimento di uno Stato.
Secondo un interessante articolo di Wall Street Italia del 21 Maggio 2018, il 7% del rendimento decennale dei titoli di stato viene considerata dagli esperti di settore come quella soglia di ” non-ritorno “, secondo cui diviene quasi impossibile per ogni Paese onorare i propri impegni finanziari. La mancata fiducia in un Paese può portare a un calo di sottoscrizione di titoli di Stato facendo sprofondare in una crisi irreversibile tutto l’apparato socio economico. Istituzioni, famiglie, imprese e privati.
Come successo otto anni fa durante la crisi di debito dell’Eurozona in Grecia, Spagna e Italia. Ecco spiegato il motivo dell’ansia che i mercati iniziano a sentire quando si parla di Spread.
Ma c’è correlazione tra l’andamento dello Spread e i tassi di rendimento dei mutui?
I mutui a tasso variabile sono condizionati da due componenti: l’euribor e un altro dato fisso ( anch’esso chiamato spread ). Quest’ultimo viene deciso dal singolo istituto bancario, a differenza dell’euribor che invece è legato alla Banca Centrale Europea.
La correlazione fra l’andamento dello spread e quello delle rate dei muti non è diretta, come spiegato anche da Il Sole 24 Ore. Non ci sono collegamenti sui mutui già stipulati. Mentre ci possono essere su quelli futuri.
Le nostre banche, ricche di titoli di Stato italiani considerati rischiosi a spread alto, potrebbero essere portati a irrigidire l’accesso al credito alle imprese e ai privati aumentandone anche la parte fissa del tasso di rendimento dei finanziamenti e dei mutui erogati.