di Abbatino
C’era una volta l’immigrazione, quella degli italiani all’estero che si trasferivano legalmente per lavorare e cercare fortuna. Non c’era niente di illegale in questo, così come adesso continua il movimento dei nostri connazionali attirati da mete che promettono mari e monti, oltre che pace e prosperità. Mentre a casa nostra prosegue imperterrita l’immigrazione illegale, quella degli scafisti, quella dei barconi della morte.
Sono 118 i migranti, ospiti dell’hotspot di Lampedusa, che la polizia ha fatto imbarcare – su disposizione della Prefettura di Agrigento che coordina i trasferimenti – sul traghetto di linea che giungerà in serata a Porto Empedocle. Il gruppo verrà poi caricato sulla nave quarantena Adriatica che si trova in rada: nella struttura di primissima accoglienza di Lampedusa restano, intanto, 325 migranti.
Nelle ultime ore, a causa del mare mosso, non si sono registrati né sbarchi, né avvistamenti. Altri erano già stati spostati nei giorni passati, quando il collasso della struttura era imminente. Così come il “collasso” è imminente, quello della pazienza di polizia e addetti, a rischio pandemia. Perché dobbiamo dirlo a chiare lettere: chi arriva non ha proprio fatto il vaccino anti COVID e si porta dietro malattie svariate e anche il COVID. Quindi cosa è cambiato? Niente, proprio niente. L’unica cosa che è cambiata è che sul tema è sceso il silenzio da parte della Lega; non possono parlarne perché sono nel governo Draghi. Non possono parlarne perché la Lamorgese è anche il loro ministro dell’interno, ecco cosa è cambiato. Servirebbe al contrario un vero cambiamento, nelle politiche di immigrazione perché il fallimento è sotto gl’occhi di tutti. Non c’è bisogno che ce lo dica Brumotti con i suoi servizi nei quali rischia la vita. È tempo di azione.