di Abbatino
Un paese strano il nostro. Sembra che torna la pandemia con numeri e cifre che ci rimandano ad Aprile in piena emergenza. Una emergenza sanitaria che rischia di ritornare se non si adottano nuove precauzioni e attenzioni, in ogni luogo e in ogni spazio nel quale il contatto e la prossimità rischiano di trasformarsi in condivisione: ossia in contagio.
Nuovo esame per il governo, nuovo passaggio in parlamento e subito la maggioranza giallorossa che manca di numeri e fa rimandare la seduta. Ma non era così urgente il decreto sull’emergenza sanitaria? Eppure le restrizioni sono necessarie – ripetono – sono stringenti perché dobbiamo di nuovo limitare il contagio, quindi meno feste e assembramenti e locali chiusi entro le 23. L’assenza dei parlamentari della maggioranza come va interpretata? Ma mentre il presidente Conte richiama tutti ad una nuova crociata contro gli assembramenti e contro gli irrispettosi – giusto se si tratta di abuso – si dimentica che cancellando i noti decreti sicurezza si genererà nuova insicurezza anche dal lato del contagio se, come sembra, sarà più facile entrare illegalmente nel nostro paese, conseguire permessi umanitari facili che aprono alla diffusione del COVID come ormai è ampiamente dimostrato. Il CDM ha nuovamente dato il via libera al sistema della protezione umanitaria e all’immigrazione clandestina, mettendo a rischio contagio ogni operatore che con questo problema si approccia. È fattuale direbbe Feltri. È possibile diciamo noi. È certo che si chiude o limitano le attività lecite di operatori del settore commerciale e ristorazione e si riaprono le maglie già larghe del business dell’accoglienza e degli scafisti, che della pandemia se ne fregano. L’Italia richiude, l’Italia riapre. I problemi restano, la pandemia permane, gli scafisti ringraziano.