di Stefano Sannino
Dall’alba dei tempi, le nostre madri hanno convogliato i nostri interessi e le nostre attenzioni tanto dai diventare figure idealizzate, eteree, metafisiche e, talvolta, perfino divine.
La storia delle religioni ci mostra, infatti, come il materno fosse percepito in modo estremamente sacrale dai nostri antenati, tanto da andare a costituire una vera e propria categoria di divinità tra cui citiamo, per esempio, la Dea Madre neolitica, Iside, Afrodite, la Vergine Maria.
Tutte, a modo loro, esprimono non solo un’idea di femminilità diversa, più o meno sensuale, ma anche un’idea di maternità diversa.
Celebre, per esempio, la somiglianza tra le raffigurazioni di Iside con il figlio Horo e quelle della Vergine Maria con Gesù bambino.
Tutte però, nonostante le molte differenze che le dividono, nascono dalla convinzione tutta umana che l’Universo, così come la vita, debbano originarsi da una donna, da una madre, che, tramite il suo parto, crea la nostra realtà.
Perché dopotutto il mondo dovrebbe differire da noi umani?
Ecco allora che, in questa mentalità, riusciamo a spiegare tutti i simbolismi acquatici legati alle dee madri neolitiche, simbolo evidente del liquido amniotico da cui l’Universo stesso ha avuto i natali.
L’idea che anche l’Universo abbia una madre potrebbe apparire, oggi, forse un po’ stupida, ma decisamente molto poetica. Significa dire, in qualche modo: «sebbene non ci fosse niente, anche prima di qualunque dio, la madre era lì, pronta ad accudire i suoi figli».
L’uomo agli albori della sua società, quando la donna era poco più che un mezzo riproduttivo, è riuscito quindi a concepire che se esiste una divinità, questa deve per forza essere non solo donna, ma anche madre. Madre dell’Universo e dunque dell’uomo stesso.
Non dobbiamo stupirci dunque se l’immaginario della madre e del suo figliolo è rimasto tanto vivo nella storia delle religioni fino all’epoca più moderna con il cristianesimo, passando per l’antica Grecia, l’antico Egitto, Roma e moltissimi altri luoghi e culture.
Dopotutto, le nostre madri hanno un ruolo talmente importante e talmente fondante per la nostra emotività, per il nostro carattere e per la nostra formazione, che difficilmente la storia sarebbe potuta andare diversamente.
Ed allora, in quest’ottica, celebrare la madre non significa solo celebrare la propria mamma, ma anche la convinzione che è proprio da lei e da ogni altra madre del mondo e della storia che noi tutti traiamo la nostra ragion d’essere.