Il Primo Ministro libico Ali Zeidan è stato costretto, dal Parlamento con una mozioe di sfiducia votata favorevolmente da 124 membri su 194, a rassegnare le dimissioni martedì scorso. Ali Zeidan verrà temporaneamente sostituito dal ministro della Difesa Abdullah al- Thani, che ha prestato giuramento come primo ministro ad interim. Oltre a tutti i problemi di criminalità organizzata da ex miliziani e minoranze etniche oltreché dai Fratelli Musulmani attivi nell’area orientale della Libia, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la fuga di una petroliera, avvenuta domenica, con un carico di 234mila barili di greggio.
I fatti. Martedì 4 marzo, una petroliera battente bandiera della Corea del Nord che aveva imbarcato petrolio da un terminale in mano ai ribelli in Libia orientale, è riuscita, domenica scorsa, ad eludere le navi militari libiche schierate per intercettarla. Il Morning Glory, questo il nome della petroliera, che era ormeggiata ad Al- Sidra, segnalata per aver caricato almeno 234.000 barili di greggio, è la prima nave ad aver acquistato petrolio da un terminale in mano ai ribelli che ormai sfidano le autorità di Tripoli, sia politicamente che economicamente dallo scorso luglio.
Il braccio di ferro tra Tripoli e i ribelli dell’Est ha già ridotto le esportazioni di petrolio libico da 1,5 milioni di barili al giorno ad appena 250.000, infliggendo un colpo enorme alla principale fonte di reddito del Paese nordafricano. I ribelli, che hanno preso il controllo dei terminali di esportazione di petrolio nel luglio scorso, chiedono il ripristino dell’autonomia che la regione orientale della Cirenaica godeva per i primi 12 anni dopo l’indipendenza della Libia nel 1951.
Essi insistono sul fatto che tutte le vendite di petrolio che effettueranno saranno trasparenti ma che i ricavi da esportazioni dai terminali orientali dovrebbero essere mantenute dalla regione. Il governo di Zeidan aveva minacciato azioni armate, anche un attacco aereo, per evitare che la petroliera si allontanasse con il prezioso carico comprato da auto dichiarato governo autonomo dei ribelli senza l’autorizzazione della National Oil Corporation di proprietà dello stato, ma il maltempo ha impedito le piccole navi da guerra, per lo più pattugliatori veloci di seguire l’enorme nave nel Mediterraneo.
Le navi da guerra erano stati dispiegate per bloccare il Morning Glory dopo che il ministro della Cultura Amin al- Habib aveva minacciato che se la petroliera avesse cercato di lasciare il porto sarebbe stata trasformato in un mucchio di metallo. Il nuovo governo, insediatosi martedì 11 marzo, ha subito dichiarato che organizzerà un “task force” formata da truppe regolari ed ex miliziani, che hanno combattuto contro Gheddafi, e fedeli al nuovo esecutivo, per riportare l’ordine nella Libia orientale, ma, avvertono gli analisti, che un intervento armato contro i ribelli potrebbe far ricadere la Libia in una nuova e sanguinosa guerra civile.
Gian Giacomo William Faillace