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lunedì, 18 Novembre, 2024

LIBIA NEL CAOS. E' iniziata la nuova primavera

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Di fronte al caos della sicurezza in Libia, l’Arabia Saudita ha annunciato la chiusura della sua ambasciata a Tripoli e ha evacuato tutto il personale diplomatico, mentre le compagnie aeree tunisine Tunisair e Syphax Airlines hanno annunciato la cancellazione del tutti i suoi voli da e per la Libia.

Già venerdì, l’Algeria ha annunciato la chiusura della sua ambasciata ed il consolato generale a Tripoli a causa di una “minaccia reale e imminente” ai suoi diplomatici . Il Parlamento libico è stato oggetto di un attacco militare, poi sospeso,  e le autorità hanno parlato di colpo di stato.

Il paese è afflitto da una vera e propria anarchia dopo la caduta di Muammar Gheddafi nel mese di ottobre 2011, le autorità di transizione non riescono a controllare le milizie armate che dettano legge in tutto il Paese.  La Libia, complice il governo fantoccio di Obama e U.E., è  complice degli islamisti vicini all’organizzazione terroristica dei Fratelli Musulmani, messi al bando in quasi tutti i Paesi del Medio Oriente ad esclusione del Qatar che li finanzia insieme a U.S.A. e U.E., Italia in primis considerato che abbiamo un loro referente nella Camera dei Deputati eletto tra le liste del P.D.

A Tripoli un gruppo armato ha attaccato il parlamento nella giornata di domenica, annunciando successivamente la sospensione dell’apparato legislativo ed esecutivo del Paese. Il Presidente della CGN non ha escluso che l’attacco sia stato messo in atto dall’ex generale Khalifa Haftar, che da buon militare e patriota non riconosce il governo filo-teocratico di transizione e sta tentando, supportato da gruppi paramilitari di riportate la Libia verso un solco democratico e laico. Dagli scontri tra milizie rivali si contano due morti e 55 feriti.

In serata, un colonnello chiamato a parlare per l’esercito ha accentuato ulteriormente la confusione che regna ormai sovrana in Libia, annunciando la “sospensione” ditutti gli organi legislativi e del governo ma ha negato che fosse in corso un colpo di stato. Nelle ore successive una delle due emittenti televisive che trasmettono prevalentemente notiziari, Libia International, è stata  bersaglio di un attacco missilistico che ha provocato danni materiali ma nessuna vittima. 

Eletto nel luglio 2012 per 18 mesi , il governo di transizione ha deluso una grande parte della popolazione decidendo di estendere il suo mandato fino al dicembre 2014 ma sotto la pressione popolare il primo ministro ed alcuni membri del suo governo si sono dimessi lasciando il potere ad un nuovo esecutivo che però non ha mai, fino ad ora, stabilito una data per le elezioni. In pratica, seppur in modo “diplomatico” il colpo di stato lo hanno  fatto per ben due volte consecutive i fantocci pilotati da Obama e pagati dall’emiro qatariota.

Al contrario da quello che i telegiornali italiani hanno dichiarato, ossia che l’U.E. e gli U.S.A. guardano con occhio benevolo il tentativo del Gen. Khalifa Hafar di riportare ordine alla Libia, l’Unione Europea, si dice “profondamente preoccupata per il continuo deterioramento della situazione in Libia”,  queste le testuali parole di Michael Mann, portavoce del capo della diplomazia europea, Catherine Ashton. L’UE invita “ tutte le parti ad evitare ogni uso della forza” (quando i caccia francesi decollarono con alcune ore d’anticipo per bombardare Gheddafi invece alla forza si poteva ricorrere) e di “lavorare insieme  per promuovere la transizione con successo”.

La scorsa settimana l’agenzia di controllo delle frontiere europee Frontex, all’inizio delle ostilità interne al Paese libico, ha annunciato che l’esodo di migranti dalle coste africane verso l’Europa subirà un’accelerazione preannunciando un possibile arrivo sulle coste europee, ma leggasi italiane, di centinaia di migliaia di clandestini.  

All’appello dell’U.E. alla pace è rimasto inascoltato. Ad est,  a Bengasi, una base aerea è stata attaccata con razzi nella notte tra domenica e lunedi, senza causare vittime. Il comandante della base ha accusato gli islamisti radicali di essere i colpevoli. In questa città, Khalifa Haftar, il generale in pensione che ha preso parte alla rivolta contro il regime di Muammar Gheddafi nel 2011, ha lanciato venerdì mattina un’operazione contro i gruppi fondamentalisti islamici armati. Nella roccaforte dei Fratelli Musulmani di Bengasi gli scontri hanno lasciato almeno 79 morti e 141 feriti.

Diversi ufficiali della regione orientale, tra cui la Forza aerea, si sono uniti all’esercito del Gen. Haftar che ha successivamente guidato gli attacchi aerei contro le posizioni dei gruppi radicali, nonostante il governo libico abbia imposto il divieto di sorvolo della città.  

Haftar ha ritirato le sue truppe da Bengasi, venerdì, ma, sostiene, che non abbandonerà il campo tantomeno la sua impresa di riportare la Libia un nuovo e necessario ordine. Tripoli vede la sua offensiva del Gen. Haftar come un tentativo di colpo di stato ma il Generale assicura che non cerca il potere  ma cerca di lottare contro il terrorismo. Che il Gen. Haftar sia l’Al-Sisi Libico? Da parte mia: buona fortuna Generale!

Gian Giacomo William Faillace 

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