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venerdì, 15 Novembre, 2024

Legge elettorale, rischio crisi di governo. Renzi incontra Berlusconi e scatena l'ira dei bersaniani. Grillo lancia la #caccialministro

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“Se davvero si chiude il patto Berlusconi-Renzi che esclude tutti gli altri, la maggioranza finisce domani”. Parola di Alfredo D’Attorre, deputato bersaniano, che avverte: “Per fare un accordo con Verdini, non possiamo resuscitare in un solo colpo il Porcellum e Berlusconi”. E anche il presidente del Pd Gianni Cuperlo dichiara: “Dobbiamo partire dalla maggioranza di governo, con l’obiettivo di allargare poi a tutti”.

Secondo il deputato Bersaniano “un Pd normale” dovrebbe “partire dalla maggioranza e poi allargare il confronto” mentre è “strano chiudere un accordo con Berlusconi che ha detto che vuole le elezioni anticipate e invece escludere chi è disposto anche a fare le altre riforme, sul Senato e il Titolo V della Costituzione”. D’Attorre ricorda che i “partner della maggioranza sono tutti disponibili a un accordo sul doppio turno di coalizione”.

“E’ inaccettabile tornare alle liste bloccate – aggiunge – Renzi ha parlato pudicamente di circoscrizioni piccole ma dietro c’è un sistema in cui l’intera rappresentanza parlamentare è decisa da due o tre leader: Renzi, Berlusconi e forse Grillo”. Infine, conclude, è “incomprensibile che abbiamo fatto un tam tam per portare la legge elettorale dal Senato alla Camera dicendo che saremmo partiti dalla proposta Pd e facciamo il contrario, andando sul modello di Berlusconi e Verdini. Giachetti dovrebbe chiedere scusa alla Finocchiaro. Pensi alla sua coerenza e trovi il coraggio di dire a Renzi che le liste bloccate non vanno bene”.
Beppe Grillo intanto torna a provocare: dal suo bloga lancia un sondaggio sui ministri “da cacciare, che si sono distinti per una pessima gestione di casi di interesse nazionale e internazionale e per piccoli e grandi scandali”. Segue una tabella con i nomi: Alfano, Bonino, Cancellieri, De Girolamo, Lupi, Mauro e Zanonato. Prevista anche una casella vuota con la scritta “proponi un altro ministro”.

La Critica

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