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venerdì, 22 Novembre, 2024

Le sfumature dell’esistenza

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di Stefano Sannino

Uno dei motivi comuni della nostra società è che forma e sostanza, aspetto ed essenza, siano mondi antitetici e che possederli entrambi sia all’uomo impossibile. Questa concezione, forse derivataci dal cristianesimo, non era però condivisa da molti filosofi greci, sopra i quali spicca Aristotele. Aristotele infatti, riteneva che forma e sostanza non solo potessero coesistere ma che anzi fossero la medesima cosa e che dunque ad una forma brutta corrispondesse una brutta sostanza e che ad una forma bella, al contrario, corrispondesse una sostanza bella. Vista l’abitudine dell’uomo occidentale a dividere e dicotomizzare tutta la realtà, non c’è da stupirsi che questo binomio sia stato esteso anche alla forma e alla sostanza, divise in mondi antitetici ed opposti.

Ma a che pro, dividere questi due modi d’essere? Forse per illudersi di possederne almeno uno? Forse per paura di non possederne alcuno?
Rispondere a questa domanda non è semplice, eppure lo è identificare quel pensiero dominante che ha indotto a questa suddivisione. Da circa duemila anni l’uomo tende a dividere in categorie nette e divise tutto l’esistente: Bene e Male, Luce e Tenebre, forma e sostanza, intelligenza e bellezza, perdendosi però così tutte le variegate e bellissime sfumature dell’esistenza che, inevitabilmente, vengono dimenticate in un sistema binario come questo. La vita, che esprime tutta se stessa nell’infinto numero delle sfumature di colore e nell’iridescente bellezza del diverso, viene così privata della sua stessa natura e relegata ad essere o “Bianca” o “Nera”. Similmente, anche la forma e la sostanza hanno perso ogni legame, divenendo non più teste di un Giano Bifronte che pur guardando in due direzioni opposte ci insegna l’unità, bensì mondi opposti e dicotomici che non torneranno mai più ad incontrarsi, almeno finché il sistema binario che domina l’uomo occidentale contemporaneo non tornerà a farsi abbagliare da tutti i colori del mondo.
In definitiva forse è questo il motivo per cui dovremmo cominciare nuovamente a riconoscere che gli opposti in realtà solo Uno; per il desiderio, cioè, di tornare a vedere le infinite sfumature dell’esistenza.

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