di Gabriele Rizza
Riguardo il Covid, la strada imboccata dal governo e dalla stampa mainstream è quella della paura e del terrore, scatenando almeno due effetti ben chiari: da una parte fa alzare la soglia di attenzione della popolazione, che però può diventare isteria e caccia all’untore, dall’altra, la stessa paura porta il singolo a gestirsi in modo non razionale ed emotivo. La conseguenza tangibile di questo stato di coscienza è la situazione degli ospedali denunciata da sempre più addetti ai lavori, ossia affollamento del pronto soccorso e ricoveri assolutamente non necessari, perché molti pazienti pensano che con il manifestarsi dei primi sintomi si arriva poi ad essere intubati. Di più, anche la corsa ai tamponi rischia di avere effetti controproducenti, come dichiarato da Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, in un’intervista a Il Giornale: “Pensiamo a tante persone che stanno 6-7 ore in coda, si crea un ambiente dove potrebbe avvenire un calo di attenzione nelle misure di prevenzione e se c’è un positivo ci può essere il rischio anche di potenziali contagi”.
Questo modo di affrontare la pandemia, fomentata dalla paura del governo (che altro non è che un modo per deresponsabilizzarsi e di ammettere la propria impotenza) è un boomerang che rischia di far aumentare i contagi in ospedale, proprio laddove sono presenti i più deboli, e di monopolizzare ambulatori e ospedali nella sola lotta al Covid. Invece, la realtà di questi mesi ci dice che dall’inizio dell’anno sono morte 260 mila persone per malattie cardiovascolari, si tratta di persone che spesso persone che per paura del contagio e per le attività a rilento negli ospedali, non hanno avute cure tempestive. Lo stesso discorso vale per i malati oncologici e per lo stop alle visite specialistiche che molte Regioni hanno adottato in primavera. Se anche in questa seconda ondata le cose andranno così, le tragedie saranno due: molti morti non per Covid ma per la cattiva lotta al Covid e l’acuirsi delle differenze sociali, tra chi può permettersi la sanità privata e chi no; insieme alla salute, l’uguaglianza è un altro pilastro della nostra società e non deve essere scalfita a causa dell’incompetenza dei governanti.