di Rosangela Cesareo
Responsabile Relazioni Istituzionali Aidr
Si sono da poco concluse le elezioni per il rinnovo dei Consigli Regionali in Emilia Romagna e in Calabria.
Dietro tutti, sia vincitori che vinti, si è mossa una macchina elettorale che è durata l’intera campagna e forse più.
Una campagna elettorale caratterizzata dall’uso del web e dei social.
La comunicazione politica, così come la comunicazione tutta, e’
radicalmente cambiata e certamente migliorata rispetto al passato proprio grazie all’avvento del digitale di cui anche la politica non può più fare a meno, tranne che non voglia fare un tuffo nel passato.
Essenziale, per un candidato, è creare un sito o un blog, un luogo dove mettere insieme gli elettori che vogliono avere informazioni su biografia, idee, programmi, attività ed eventi. Il sito va aggiornato continuamente, ha bisogno di argomenti nuovi per essere discussi, alzare l’attenzione e puntare le luci sul candidato.
I social media sono strettamente connessi al sito e viceversa.
Facebook resta il social più usato per le campagne elettorali, dove ciò che raggiunge maggior risultato sono :
* Le Dirette, i c.d. live;
* I video;
* Le fotografie;
* I link;
* I testi brevi, sintetici . Ovviamente
va preparato un timing di pubblicazione che prevede un numero di post pubblicati in orari specifici, in cui c’è un engagement maggiore. Dopo Facebook, il social più usato nelle campagne elettorali è Instagram, che attrae un pubblico più giovane. Esiste una differenza sostanziale tra i due social e riguarda i contenuti. Su Instagram:
* Si pubblicano foto in cui è ritratto il politico, diversamente da Facebook non si pubblicano fotografie di altri o del paesaggio/ territorio senza il candidato e neanche foto recuperate da internet;
• Si usano le dirette, come su Facebook ma pochi video e molte stories;
* Si scrive poco perché qui parlano le immagini .
I social media sono un mezzo, uno strumento che permette di arrivare in maniera imminente, abbattendo le distanze dello spazio, agli elettori. Ma attenzione, se tali strumenti non sono supportati da temi e contenuti validi, e ancor prima da professionisti del settore, i social si rivelano un boomerang perché enfatizzano il nulla se di base
c’è nulla.