di Valentina Mosca
Credere nella possibilità che le nostre azioni possano cambiare il futuro: è questo il segreto per trasformare gli eventi negativi in possibilità di miglioramento.
In psicologia è un “ricostruire senza alienarsi”.
Sì, perché la “resilienza”, non insegna a resistere, ma a trasformare le “catastrofi” in occasioni, in possibilità e speranze.
E questo, in relazione a tutti gli aspetti della nostra vita, sia personali, sia professionali; soprattutto nell’ambito dei processi di tutela ambientale.
Se la pandemia che stiamo cercando di sconfiggere, ancora non ci ha insegnato che siamo il prodotto delle nostre azioni, forse dovremmo rivedere tutti i nostri convincimenti. Farci un esame di coscienza.å
Gli ambiti domestico, scolastico e lavorativo, rappresentano i luoghi in cui trascorriamo la maggior parte del nostro tempo. È lì che ci formiamo, che ci confrontiamo e che, inevitabilmente, cresciamo.
Ed allora perché non essere più altruisti, più generosi con piccole attenzioni: una parola di conforto per un collega o raccogliere una cartaccia e buttarla nel posto giusto. Perché attendere che siano gli altri per primi ad osare un cenno di amicizia o a provvedere a una maleducazione di altri? Riusciremmo a sviluppare i principi di solidarietà e collaborazione senza avvertirne il peso o sentirci comunque obbligati.
Vi sono processi economici e sociali che, in conseguenza del trauma indotto da una catastrofe – quale, al giorno d’oggi, è la pandemia causata dal Covid-19 – si consumano con conseguenze rilevantissime. In altri casi, al contrario, il trauma è superato con la forza e la resilienza, in vista di una nuova fase di crescita e di affermazione.
La resilienza, quindi, è un concetto sociologico oltre che psicologico.
Ed allora, perché non tentare di far rinascere quel senso “civico” di cui la storia è piena e che le persone di spirito cercano di trasmetterci.
Partendo dall’educazione in famiglia fino ad una sensibilizzazione e formazione alla questione ambientale, ossia quella sensibilità quotidiana fatta di piccole azioni di lode.
Siamo nell’epoca dello sviluppo tecnologico e dell’automatizzazione, ma ciò che sicuramente non scomparirà mai è la “personalizzazione” delle proprie azioni. Per questo, avere senso civico significa rispettare gli altri prima che se stessi. E dovremmo imparare a tramandare questo fondamentale valore oltre che farlo nostro. Educare per proteggere ispirandosi ai principi di benessere e qualità della vita. Il Covid19 ha bloccato buona parte dei processi virtuosi che finalmente avevano trovato attuazione. Come essere ambientalisti in un mondo senza più turisti, con i giovani sempre più isolati e le persone anziane perse nella loro paura. La pandemia, ha creato tutto questo. Ha messo in difficoltà la sanità, l’associazionismo e ha introdotto lo smart working come stile di vita, condizionando ritmi di lavoro e rapporti umani.
Nei mesi scorsi riuscivamo a pensare al futuro, oggi dobbiamo ricostruire il presente per sperare in un domani forse migliore, almeno normale.