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venerdì, 22 Novembre, 2024

L’ARCOBALENO, LA POVERTÀ DIMENTICATA E LA POLITICA A PORTATA DI “STAR”

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di Gabriele Rizza
Guardiamo spettacoli, seguiamo eventi, facciamo shopping e ci rendiamo sempre più conto di come luoghi tradizionalmente dediti allo svago, all’ozio riflessivo e allo sfogo emotivo, diventano teatri e mezzi per veicolare messaggi politici e di “correzione” sociale delle persone. L’ultimo caso è quello degli europei di calcio che, in coincidenza con la settimana per i diritti lgbt e l’approvazione in Ungheria di una legge contro la propaganda lgbt verso i minori, ha visto scendere in campo non solo calzoni e palloni, ma anche fasce da capitano arcobaleno, polemiche e fischi. Il campo da calcio è diventato terreno di una partita ideologica, dove gli ultra in gioco non sono meno intolleranti di quelli che in genere vediamo sugli spalti la domenica.
Non esistendo più la politica come da sempre l’abbiamo conosciuta, non esistono più nemmeno i luoghi della politica, così tutto diventa politica senza essere politica. Costume, tendenze e lifestyle hanno preso il posto delle idee, i social e le passerelle dello spettacolo (e adesso anche i campi da calcio) hanno preso il posto delle sezioni di partito, della piazza e del Parlamento. La sfera privata ha soppiantato quella pubblica nelle priorità e sensibilità dei media, ciò che è pubblico – come l’economia, la politica sociale, la giustizia e la sanità – non è più fulcro di un’idea di società e proiezione comunitaria da realizzare a suon di incontri, scontri e sintesi con altre idee, non è più un’idea radicabile in ogni cittadino aldilà delle proprie competenze e status, non è più nella sfera della civiltà: è ridotta alla sfera delle competenze tecniche dell’iper -specializzazione culturale del nostro secolo.
Restano quindi al pubblico le questioni etiche, o meglio, della realizzazione dei desideri personali, esprimibili e propagandabili facilmente con una foto, simboli e colori che fanno fighe le bacheche di chi condivide, posta e tagga, ma conoscenza e coscienza restano sconosciute mentre polarizzazione e scontro crescono. Perché è più facile esprimere velocemente un’idea attaccando qualcuno piuttosto che elaborare e ragionare la propria idea. Come nel caso dell’illuminazione di arcobaleno degli stadi in Germania.
A trarne vantaggio sono le star e le aziende del lifestyle: basta poco per impressionare, schierarsi senza ledere il potere di nessuno. È giusto portare avanti la battaglia contro le discriminazioni in ogni dove, ma dopo un anno così difficile per tutti, ci saremmo aspettati un pensiero verso chi soffre, chi ha perso i propri cari e il proprio lavoro. Un pensiero per combattere la povertà tornata alla ribalta. Farlo però mette in discussione chi è potente, chi finanzia quelle star così buone e apprezzate dal politicamente corretto.

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