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giovedì, 28 Novembre, 2024

L’ANALISI: L’ITALIA DI RENZI. Il panorama post-elettorale. Seconda parte

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Renzi è persona dai mille annunci che poi vengono quasi sempre contraddetti dalle azioni, nel mentre tra quando abbiamo scritto la prima parte e questa, sono arrivate altre notizie che, naturalmente, quando dalle chiacchiere si passa ai fatti, non sono positive per gli Italiani. 

Ieri mattina, a La7, il sottosegretario alla semplificazione alla Pubblica Amministrazione, Angelo Rughetti, ha lasciato intendere che come conseguenza collaterale dell’accordo Ethiad-Alitalia, non può escludere che vi sia il ricorso (di nuovo!!) alla cassa integrazione di 7 anni, come pure ha a denti stretti ammesso che per gli € 80,00 occorre la stabilizzazione, il che conferma che per il prossimo anno non c’è copertura e su quella di quest’anno, come abbiamo scritto l’ultima volta avremo la sorpresa entro l’autunno quando questa verrà trovata a nostre spese; ancora, è stato deciso il rinvio dell’estensione di questo bonus alla legge di stabilità, dicono, per motivi di praticità organizzativa, altrimenti sarebbe stato un iter lungo ed impervio, anche a causa della burocrazia. Intanto però, per i possibili ulteriori beneficiari, la faccenda rimane aleatoria. 

Ciliegina sulla torta, è arrivato il raddoppio della tassa sull’espatrio, ovverosia quella per il passaporto. Questi, al momento in cui scriviamo, sono gli ulteriori esborsi cui saremo sottoposti. Non possiamo escludere che, al momento in cui leggerete questo articolo, Renzi non ci abbia riservato altre “sorprese”. Tutto sommato, ci sentiamo di poter affermare che la linea economica di fondo non sia cambiata rispetto a tutti li altri Governi: tasse e maggior costi. Anche per Renzi, al di là delle dichiarazioni, non è evidentemente concepibile fare l’unica cosa di buon senso che rilancerebbe l’economia: un bel taglio strutturale dello Stato e relativa spesa per ridurre le tasse, lasciando in tasca più soldi ai cittadini ed un abbassamento del debito pubblico. 

Come ricorderete, una volta ricorremmo ad una metafora con due serbatoi (Casse dello Stato e tasse dei cittadini) ed una pompa di circolazione, che continuava a girare sempre nel medesimo senso portando danaro dai cittadini alle casse statali. Orbene, con tutti gli aumenti operati e con il “facimme ammuina” degli € 80,00, la suddetta pompa non solo gira sempre nella direzione di prima, ma anche più vorticosamente e, secondo noi, manca un niente perché questa pompa finisca per girare avuto, perché i cittadini non hanno più soldi. Altra notiziola di ieri mattina, è che, dopo Penati e Greganti, un terzo tassello si va ad aggiungere al filo rosso su cui il P.D. regge il proprio potere: la mano morta negli appalti, grazie al Sindaco P.D. Orsoni, che è stato messo agli arresti domiciliari con l’accusa di finanziamento illecito ai partiti. 

Come da molto tempo risulta chiaro ed abbiamo più volte avuto modo di osservare, questo partito ha abbandonato il Capitale di Marx per Il Capitale tout court. 
Il che ci fa pensare che, se in Lombardia con venti anni di Formigoni, qualche problema di intreccio politica-economia lo abbiamo avuto, non riusciamo ad immaginare quale coacervo di interessi e ricatti si possano essere sviluppati in settanta anni di governo ininterrotto nelle Regioni “Rosse”. 

Lì, come stamane mi scriveva un amico che vive in Emilia-Romagna, “è una sudditanza psicologica che hanno instillato nei decenni…. alla fine se volevi fare qualcosa, con loro dovevi trattare…. anche nei piccoli paesi, nelle piccole realtà. Ecco la spiegazione di come anche aziende, banche ecc… orbitano lì attorno… che nonostante tutti gli scandali, ancora così tanta gente li voti, per me è fonte di amarezza…. vuol dire che possono davvero fare di tutto e fregarsene…” Proprio quanto detto da lui in aggiunta da quanto osservato da Piero Ostellino sul Corriere, ci fa temere per il futuro. 

Vediamo infatti dei rischi per lo sviluppo sano dell’economia e dei rischi per la democrazia. Prendendo spunto da Ostellino, che in un suo articolo esprimeva il timore che in realtà la vocazione di Renzi e del suo partito, non sia solidaristica, ma totalitaristica, in quanto ci sembra, non sappiamo quanto intenzionalmente, emerga il disegno di trasformare i cittadini in “dipendenti dalla carità di Stato”, come per esempio con i famigerati € 80,00 che non ha caso non sono una riduzione delle tasse, ma un bonus. 

Ancora, abbiamo un Presidente della Repubblica espresso da loro ed il P.D. minaccia anche in futuro di metterne un altro dei suoi, non ha cancellato le Province, ma Renzi vuole sottrarle al controllo dei cittadino tramite elezioni. Qualche cosa di simile potrebbe accadere al Senato, con l’aggravante che i senatori verrebbero dalle Amministrazioni Locali rileviamo che sono per la maggior parte controllate dal P.D e, in sovrappiù, vorrebbe che il Presidente della Repubblica nominasse ventuno Senatori. (Per fortuna, su questo punto, Berlusconi sembra essersi svegliato da un lungo sonno). 

Insomma, a Renzi piace vincere facile e vuole assicurare imperituro dominio al suo partito? Che cosa dire poi di banche, parte della Magistratura, le migliaia di aziende partecipate e municipalizzate in mano al P.D. e sicuramente dimentichiamo altri aspetti? 

Davvero, grazie a Renzi, ci aspetta un’Italia perennemente “rossa”?

Fabio Ronchi

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