di Abbatino
Accordi o non accordi, Lampedusa è un colabrodo e primo avamposto immigrazionista. Non bastano i viaggi a Tunisi, ormai si è diffusa la notizia che in Italia si va meglio di prima. Barchini, barconi, ONG, ecc, ormai si arriva con qualsiasi cosa che galleggi, senza colpo ferire; ti prendono, ti curano, ti danno un tetto e pasti due o tre volte al giorno. Magari, sono gli stessi che sono stati espulsi perché indesiderati, privi di documenti, privi di ogni dignità nel ripresentarsi all’imbarco. Chissà che non ritorni qualche bellimbusto che ha commesso reati e adesso dichiarerà di aver perso i documenti in mare e prima che venga accertata l’identità passerà talmente tanto tempo che avrà fatto perdere le sue tracce.
Il buonismo è anche questo; ingiusto perché non seleziona i meritevoli, ma aspira tutto, anche i più delinquenti. Le ONG? Squadre d’assalto straniere che si prestano al gioco: non era meglio investire i soldi nei paesi africani anziché in navi che stanno in mezzo al mare a prezzi altissimi? Che strano questo buonismo, massificante e uniforme: il delinquente e l’onesto stanno insieme, gomito a gomito; il già espulso sta accanto a chi tenta per la prima voltam il giovane profugo – pochi- sta accanto al giovane non profugo -tanti- ieri, come oggi.
Insomma, siamo tornati a cinque anni fa, nè più nè meno, e gli italiani pagano tutta la situazione, non solo a Lampedusa ma in tutto lo stivale. L’Unione Europea? Tace. A loro sta bene così. Ci pensa l’Italia, come sempre con questa classe politica che guarda altrove.