Fare un ritratto di una delle donne più influenti al mondo non è mai cosa semplice. Sheryl Sandberg è uno di quei casi. Classe 1969, laurea in economia con MBA ad Harvard, consulente prima di McKinsey, poi della Banca Mondiale, capo dello staff di Lawrence Summers, segretario del Tesoro degli Stati Uniti durante la presidenza Clinton, oggi la numero due di Facebook, ovvero direttrice operativa. Sheryl Sandberg è quella forza femminile che ha portato l’azienda di Mark Zuckerberg ad essere un impero quotato in borsa, con la sua tempra, si dice che sia colei che ha evitato alla società di Menlo Park di fare la fine di MySpace, la piattaforma che ha avuto il suo breve momento di celebrità, per poi fare una brutta fine ed comprata miserabilmente a un prezzo simbolico da Justin Timberlake. Nel 2010, a due anni dal suo ingresso datato 2008, portata via dai vertici di Google per mano diretta di Zuckerberg, si parlò subito della cura Sandberg.
La sua strategia ha fatto subito scuola. In poco meno di quattro anni il miracolo economico: Facebook è leader mondiale tra i social network. Sembra incredibile, ma all’inizio il social network incuriosiva, ma non creava quella dipendenza che invece oggi è diventata qualcosa di assodato. Le pubblicità venivano percepite dagli utenti come pagine private e fastidiose per l’interazione con gli altri utenti. Facebook non riusciva a trovare la via per il business e per un momento si è pensato anche di metterlo a pagamento. La partita però andata bene. Anzi benissimo. La partita l’ha vinta il duo Zuckerberg-Sandberg, oggi Facebook vale più di 500 miliardi di dollari di capitalizzazione. La pubblicità tanto attesa è iniziata ad arrivare, merito anche di AdSense, il sistema inventato dalla Sandberg di pubblicità mirata verso le preferenze del consumatore che vediamo in ogni sito cliccato. Intelligentissima, bella donna, fisico sportivo – ha più volte dichiarato che grazie allo sport praticato quotidianamente ha stimolato e rafforzato la sua resilienza, grazie allo sport si ritrova energia e fiducia in se stesse.
Forte sostenitrice delle donne, specialmente del binomio donna leader, lei vedova per una tragedia (il marito è morto cadendo dal tapis roulant), madre di una ragazza di 14 anni e di un maschio di 11, sprona le teenager di oggi a non aver paura a far trasparire ambizione e forza femminile. Il suo libro del 2013 Lean In (Facciamoci avanti il titolo dell’edizione italiana), è il manifesto di questa filosofia dove invita le donne a non farsi condizionare in nessun campo – e per questo ringrazia il movimento #MeToo- specialmente quando si tratta di maternità.
Ma da leader, da numero due di Facebook, non sono mancati i momenti neri per la Sandberg. Impossibile dimenticarsi il ciclone che due anni e mezzo fa ha investito il colosso di San Francisco con il caso Trump e Cambridge Analytica, sull’utilizzo dei dati personali in maniera scorretta, portando la Sandberg a dichiarare che “internet è davanti a sfide senza precedenti, noi vogliamo essere parte della soluzione, che non sarà mai perfetta, ne siamo consapevoli». È stata a Roma a fine giugno per l’inaugurazione dell’ampliamento di Binario F, il centro di formazione e sviluppo per competenze digitali che ha l’intento di avvicinare 100 mila italiani entro fine anno. Perché ça va sans dire, la tecnologia ha il potere di cambiarti la vita, a patto di conoscerla e saperla usare. Binario F offre gratuitamente corsi e attività di formazione per rafforzare i digital skills agli italiani che hanno voglia di imparare a qualsiasi età. Ma a Roma per l’ampliamento di Binario F, la Sandberg sapeva benissimo che ci sarebbero state anche domande spinose su vecchie questioni. E così ha sfoderato la sua tecnica: essere sempre brillante, frasi asciutte e rassicuranti quando si parla ai giornalisti. Ha ribadito di essere perfettamente a conoscenza che ci sono problemi non risolti come l’hate speech e la disinformazione soprattutto nelle elezioni politiche, ma si stanno impegnando con i fact checkers, nel controllo degli annunci pubblicitari elettorali e questo lavoro investigativo ha dato dei risultati. Dal 2016 le interazioni con le notizie false sono dimezzate e il 65% del linguaggio d’odio è stato rimosso rispetto al 24% di due anni fa. A Roma, si è parlato anche di Libra ovviamante, la criptovaluta che Facebook vuole mettere sul mercato nel 2020, concorrente dei Bitcoin, che cambierà il mondo probabilmente (si parla di un giro d’affari di 700 miliardi di dollari solo per le transazioni), ma che ovviamente sta suscitando molte polemiche per il discorso sicurezza, regole e rischio truffe.
Con l’acquisto di Whastapp ed Instagram, Sheryl Sandberg ha fatto sì che l’impero di Zuckerberg fosse ancora più dorato. E con l’ipotesi di far togliere i cuori come like sotto una foto su Instagram, forse, vuole alleggerirsi l’animo, sapendo che oggi la schiavitù da social e da quanti like si ricevono, è la peste contemporanea. Rende fragili e vulnerabili, condizioni che di certo la Sandberg non apprezza. Specialmente fra le donne.
Martina Grandori