L’acqua è un bene fondamentale e il problema della siccità sta diventando sempre più grave in tutto il mondo, tanto che si parla di “zone ad alto rischio di siccita’”.
L’Istat, in merito alla gestione dell’acqua nella nostra penisola italiana, ha registrato un forte peggioramento, tanto che, dal 1999 ad oggi, lo spreco è aumentato oltre il 40% e la differenza tra nord e sud è notevole, tanto che il meridione pare abbia acquisito il primato in merito ad uno sconsiderato spreco.
Rispetto a molti Paesi, in realtà, nella nostra Penisola l’acqua abbonda, ma purtroppo l’utilizzo e la gestione di quest’ultima sono pessime, tant’è che ogni abitante, ogni giorno, spreca 157 litri di acqua.
Infatti, l’acqua che sprechiamo in fase di distribuzione, è il 42,2% di quella che viene immessa negli acquedotti, quantità che potrebbe soddisfare il fabbisogno idrico di 43 milioni di persone, per intenderci circa 7 persone su 10.
I dati sono stati riportati dall’ISTAT, proprio in occasione della giornata mondiale dell’acqua, celebrata il 22 Marzo.
Grave è il problema dell’abbassamento del livello delle acque del Po e dei suoi affluenti, tanto da creare carenze idriche in alcune regioni d’Italia, come il Piemonte, regioni che sono state costrette ad intervenire attraverso autobotti.
Eppure basterebbe limitare l’utilizzo ed eliminare quelli che sono gli attuali sprechi.
La differenza tra i volumi immessi in acquedotto e quelli erogati è notevole: 8,1 miliardi di metri cubi immessi e 3,4 erogati, una quantità che potrebbe riempire 2300 volte il Colosseo.
In parole povere, rispetto agli anni precedenti, il peggioramento progressivo della situazione idrica è visibile ad occhio nudo e più il livello dell’acqua continua a scendere, più le perdite continuano a crescere, tanto che la richiesta d’acqua in ambito urbano sarà destinata a crescere dell’80% entro la metà del secolo.
di Daniela Buonocore