di Stefano Sannino
Uno dei simboli sempreverdi del Natale è proprio l’abete, che ogni anno si rinnova con nuove decorazioni e luci, diventando simbolo di gioia e di speranza tanto per i più grandi, quanto per i bambini di ogni età. L’abete, albero sempreverde, nasconde un simbolismo profondo e radicato nella società occidentale, che trae il suo fondamento fin dai tempi più antichi, essendo accostato al concetto di immortalità e di resurrezione. Le prime attestazioni di un abete impiegato come simbolo di rinascita, risalgono al culto solare di Utu in mesopotamia, sebbene pare che il suo utilizzo si sia diffuso sopratutto in epoca latina tanto a Roma quanto tra le popolazioni indigene del Nord Europa.
Nel primo caso, l’abete veniva impiegato come decorazione per le feste dei Saturnali, ma anche come omaggio che i cittadini romani erano soliti scambiarsi durante le calende di gennaio, a simboleggiare la rinascita dopo il periodo più freddo e buio. Nel Nord Europa, l’abete era invece associata ad un particolare culto druidico, essendo stato da questo adottato come simbolo di eternità ed immortalità proprio per la sua caratteristica di non piegarsi al ciclo delle stagioni.
Questi simbolismi certamente facilitarono l’adozione cristiana dell’abete, eppure fu solo nel 1611 che troviamo traccia del primo vero e proprio albero di Natale: la duchessa di Brieg, secondo la leggenda, accorgendosi che un angolo del suo castello era sprovvisto di decorazioni natalizie, ordinò che un abete dal giardino fosse trapiantato in un vaso ed utilizzato per abbellire quell’ala del castello. La tradizione fu poi importata in Francia nel corso dell’Ottocento, sebbene inizialmente i cattolici furono remissivi all’adozione di quella che fu da sempre considerata un’usanza protestante introdotta – alcuni dicono – da Martin Lutero in persona.
Come per ogni altro simbolo che nel corso della storia è diventato sintomo di queste feste, l’abete non rappresenta solo un momento di gioia e di serenità in cui le famiglie sono chiamate a condividere il proprio tempo ed i regali, ma rappresenta anche e sopratutto la nostra storia, la nostra tradizione, le nostre origini: e ricordarle, è il regalo più grande che potremmo mai farci.