Ieri il mondo del NO lombardo si è radunato a Milano per un corteo di protesta, sfociato poi in violenza e teppismo contro la città. No Tav, No Canal, No Tem, No Expo, comitati per la casa e sindacati di base si sono dati appuntamento in piazza XXV aprile, e passando per mezza città sono arrivati in piazza XXIV maggio, lasciandosi alle spalle la consueta scia di imbrattamenti, vandalismi e danneggiamenti.
Uno striscione ha guidato il corteo, appeso su un furgone: “Terrorista è chi devasta e saccheggia i territori”. Le scritte sono iniziate subito, e questa volta ne è rimasto vittima anche il convento di Sant’Antonio da Padova, testimonianza di quanto c’entri realmente l’infrastruttura da realizzare in Val di Susa con le proteste del fronte del No a tutto.
Nel proseguire i partecipanti al corteo hanno neutralizzato le telecamere di sicurezza che incontravano sul percorso, oscurandole quando non addirittura tagliando i cavi che permettevano il loro funzionamento. Atto che, è il caso di saperlo, costituisce reato.
In piazza Cairoli hanno cercato di penetrare nei cantieri relativi alle porte di Expo qui in corso. Nonostante un intenso lancio di petardi in direzione della recinzione del cantiere e delle forze dell’ordine che lo presidiavano, non sono però riusciti ad arrecare danni significativi al cantiere. Per consolazione, hanno imbrattato alcune auto di lusso nel percorso verso piazzale Cadorna con la scritta “borghese”.
Arrivati poi in via Gian Battista Vico, sotto i muri del carcere di San Vittore, i manifestanti hanno cercato di rompere il cordone di polizia che gli impediva di avvicinarsi alle mura di cinta. All’uopo, sono stato lanciati petardi in direzione delle forze dell’ordine schierate, con sottofondo di cori solidali con i detenuti e inneggianti alla loro libertà. Alcuni manifestanti si sono arrampicati sui palazzi adiacenti e hanno cercato di lanciare petardi all’interno del muro di cinta del carcere.
Nel corso del corteo molti sono stati gli insulti alla stampa presente per fotografare e riprendere il corteo, i manifestanti hanno addirittura impedito ad alcuni cineoperatori di filmare lo svolgimento del corteo.
Si fa fatica a riconoscere un movimento pacifista dietro questi professionisti del caos e della protesta violenta. Come già si temeva, i comitati formatisi in città contro il canale delle “vie d’acqua” per Expo e contro la Tem attingono dallo stesso bacino di quei gruppi di estrema sinistra, anarchici e no-global che contraddistingue la violenza, più volte classificata come terrorismo, del movimento più ampio No Tav. Nei giorni scorsi già i giornali cittadini erano stati “avvisati”, con scritte No Tav sui muri delle loro sedi, e le attese per il corteo di ieri non sono state smentite.
Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia in serata ha rilasciato questa dichiarazione: “Il diritto a manifestare il dissenso deve essere difeso e garantito, si tratta di un diritto fondamentale per il quale mi sono sempre battuto. Nessuno però può permettersi di considerare una manifestazione, che è legittima in quanto pacifica, come l’occasione per deturpare e danneggiare la città o, peggio, come avvenuto la scorsa notte, per azioni violente. Tutti, compreso chi ha manifestato con la sola intenzione di esprimere le proprie opinioni, devono prendere le distanze da chi ha compiuto gesti inaccettabili. Chi non rispetta la città, che è un bene di tutti, dovrà risarcire i danni che ha causato a tutta la collettività”.
Certo risulta difficile discernere chi nel migliaio di manifestanti nel corteo di ieri quali sono quelli “pacifici” e quali quelli violenti. Risulta altrettanto difficile pensare al corteo come una pacifica e legittima esternazione di dissenso, visto poi che gli obiettivi dei vandalismi e dei gesti di violenza sono stati molto diversi dai motivi della protesta. Da ultimo, non si capisce perché una manifestazione di pacifico e legittimo dissenso abbia bisogno che vengano oscurate e neutralizzate le telecamere di sicurezza e che i giornalisti siano allontanati con la violenza dal corteo dai partecipanti.
Il consigliere di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato attacca le dichiarazioni del sindaco, che giudica “patetico” nel tentativo di far passare il corteo del No come una “processione religiosa, e non una manifestazione di chi ha devastato la città e insultato chi ha trovato davanti”. Poi si chiede: “Il sindaco perchè non dice se li denuncia?”.
Ancora le conseguenze di quest’ultimo corteo ricadranno sul Comune che dovrà riparare i danni, e sui cittadini milanesi. Ancora la città è rimasta vittima del pacifismo violento e arrogante dei gruppi politici che si nascondono dietro i No a tutto, ma che come obiettivo reale hanno il caos e la lotta contro lo stato, solo questo.
Gabriele Legramandi