Lunedì 10 luglio il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha annunciato, con tempistiche inattese, che la Turchia avrebbe sostenuto la domanda di ingresso della Svezia nella NATO.
La Svezia aveva presentato domanda di adesione congiuntamente alla Finlandia nel maggio dello scorso anno, ma entrambi i paesi avevano inizialmente ricevuto il veto da parte del governo turco, poi rimosso durante un vertice tenutosi a Madrid tra i ministri degli esteri dei tre stati e il Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg. L’ostruzionismo della Turchia era stato motivato da Erdoğan con il sostegno fornito dai due Paesi scandinavi ai membri del PKK e del YPG. Sia il PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, che il YPG, l’Unità di Protezione Popolare, sono considerati organizzazioni terroristiche dalla gran parte dei paesi occidentali. Il PKK, in particolare, combatte contro le forze turche sin dalla metà degli anni ’80 e il suo obiettivo dichiarato è quello di istituire una propria regione autonoma curda all’interno della Turchia: un’opzione osteggiata da Erdoğan.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan (Wikimedia Commons)
I percorsi di adesione alla NATO dei due paesi scandinavi avevano poi preso due traiettorie diverse ad aprile, quando la Finlandia era entrata a far parte dell’Organizzazione del Patto Atlantico diventandone il trentunesimo paese membro. Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, aveva più volte esplicitato la sua determinazione nel portare a compimento l’adesione della Svezia entro il vertice di Vilnius, in Lituania, conclusosi mercoledì.
Lunedì mattina sembrava che Erdoğan avesse deciso di cambiare nuovamente le carte in tavola, affermando che la Turchia avrebbe sostenuto l’ingresso della Svezia nella NATO in cambio del riavvio dei negoziati per l’ingresso nell’Unione Europea. Una condizione che a molti commentatori
è apparsa volutamente provocatoria, oltre che irricevibile da parte dei paesi europei. La Turchia ha presentato per la prima volta la propria domanda di adesione all’Unione Europea nel 1987, ma i negoziati sono sempre stati in fase di stallo fino al 2016, quando il Parlamento Europeo votò per sospendere i dialoghi. Quell’anno ebbe inizio la stretta repressiva attuata dal governo di Erdoğan contro i suoi oppositori politici, in seguito al fallito tentativo di golpe da parte di una frangia dell’esercito turco.
Nella stessa serata di lunedì, infine, Erdoğan ha cambiato nuovamente idea, dando il proprio beneplacito all’adesione della Svezia. Ora il parlamento turco, oltre a quello ungherese (che pure non ha ancora votato a favore dell’ingresso della Svezia nella NATO, in attesa della decisione turca) dovranno votare a favore dell’ingresso del paese scandinavo guidato dal primo ministro Ulf Kristersson, che diventerà il trentaduesimo paese membro dell’Alleanza Atlantica.
Non è chiaro quale possa essere il motivo che ha condotto Erdoğan a questo repentino e improvviso cambio di direzione. Secondo alcuni giornali, tra i quali il Financial Times, la Svezia avrebbe fornito ulteriori rassicurazioni alla Turchia a proposito del contrasto ai membri del PKK. Secondo altri, tra i quali il New York Times, Erdoğan avrebbe forzato la propria posizione negoziale fino al punto in cui ha ritenuto di non poter ottenere ulteriori vantaggi. È molto probabile, infatti, che tra le altre cose il Presidente turco abbia ottenuto la garanzia da parte dell’amministrazione statunitense, guidata dal presidente Joe Biden, della vendita di 40 caccia F-16 al proprio Paese. Biden ha più volte lasciato intendere che gli Stati Uniti avrebbero sbloccato la vendita dei caccia in cambio del completamento del processo di adesione della Svezia alla NATO.
L’ingresso dei due Paesi scandinavi nell’Alleanza Atlantica rappresenta un altro duro colpo alla propaganda del presidente russo Vladimir Putin. Se la guerra di invasione russa in Ucraina rappresentava un tentativo di impedire l’allargamento della NATO verso oriente con l’ingresso di Svezia e Finlandia quel tentativo può certamente dirsi fallito. La Finlandia condivide 1340 chilometri di confine con la Russia, mentre la Svezia affaccia per quasi 3000 chilometri sul Mar Baltico, considerato storicamente strategico da Vladimir Putin. Con Finlandia e Svezia il Mar Baltico potrà essere considerato come un lago ad esclusivo utilizzo dell’Alleanza Atlantica.
di Giuseppe Russo