Si dice che in politica ti fermi dove hai mangiato.
Un modo chiaro e sintetico per sottolineare che quando hai fatto il tuo tempo devi appendere lo scarpino al chiodo o, al massimo, senza condizioni, metterti a disposizione di chi, per un verso o per l’altro, qualcosa da aggiungere ancora ce l’ha.
Rientra in questa casistica tutta la destra storica ossia tutte quelle propaggini politiche che si riconoscevano, a vario grado, in quella che fu Alleanza Nazionale con in testa il suo generale Gianfranco Fini e a scendere tutti i suoi cosiddetti colonnelli: La Russa, Alemanno, Urso, Storace e via discorrendo.
E’ francamente imbarazzante commentare quella che da alcuni è stata chiamata, negli ultimi mesi, la ‘svolta thatcheriana’ di questo universo consociativo in decomposizione.
Sarebbero, a tal fine, per assurdo, più credibili le forze della destra radicale, da Forza Nuova a Casa Pound, rispetto a costoro tutti, poiché, per rendere credibili, almeno di quel tanto necessario, le ‘svolte epocali’ abbisogna che non si abbia già messo il becco nella mangiatoia e dal 1994 ad oggi, tutto il pianetino finiamo, è stato il fiore all’occhiello dello statalismo consociativo di area.
Non sono secondi all’altra carcassa in decomposizione del centro di Casini ed associati, sono, per antonomasia consociativa, l’altra faccia della medaglia del partito della spesa pubblica: il PD, solo molto più piccoli.
Se vi è una cosa da cui mondarsi nel centro-destra per cercare di svegliarsi è proprio tutta questa sequela di personale politico ormai fuori dal tempo massimo per giocare un ruolo attivo nei processi politici di area.
Fitto deve essersene accorto e ieri è filato dritto dal capo per vedere il da farsi.
La Meloni, in politica da quando era al liceo, è talmente una ‘sveglia’ che si è fatta scippare da Salvini anche l’alleanza ideale con la Le Pen, la quale, evidentemente, preferendo Salvini e la Lega a Fratelli d’Italia, è molto più al corrente di tanti di costoro circa i trend positivi in essere nell’attuale offerta politica italiana.
Quindi, state sereni, ricordatevi chi siete ed evitate ai vostri giovani luogotenenti di agitare le bandiere della zia Maggie, con voi dietro l’unico risultato è quello di far perdere anche a loro la credibilità di cui non godrete mai più per portare a termine tali svolte epocali.
Tornate all’ovile, semmai, consapevoli di farlo senza avere più alcun potere d’interdizione nelle scelte di questa area di riferimento e soprattutto, consci che la sveglia (che al collo dovreste mettervi) sarà, piaccia o no, fatta suonare dalla Lega di Salvini e dall’inossidabile ex-cavaliere di Arcore, sempre che non decida di passare la mano e ritirarsi a vita privata.
Per voi, in ogni caso, sarà possibile solo ascoltarla sempre che siate abbastanza vicini per udirla, da qui il consiglio di portarla al collo!
Cristiano Mario Sabbatini