di Paolo Peverini
Se per pura magia unissimo le parole fantasy e rap, il risultato di questa operazione sarebbe Leon Faun, un ragazzo nato a Roma, nel 2001. Il vero nome di questo artista stravagante è Lèon de la Vallée.
Con il nome di Leon Faun, il mondo del rap italiano dice basta ad un paesaggio di gang, underground e soliti luoghi comuni sulla cultura hip-hop, lasciando il via libera ad uno scenario esclusivamente fantasy e stravagante.
Il giovanissimo artista ha sentito nascere dentro sè la passione per la musica all’età di soli 8 anni, ammirando Jimi Hendrix; successivamente a 12 anni conobbe il rap, indirizzandosi verso un’icona mondiale, Eminem. Nel mentre, in lui cresce una passione per il cinema, che gli permette di partecipare a due film: Zeta, diretto dal regista di Cosimo Alemà nel 2016, e La terra dei figli, con la regia di Claudio Cupellini.
La stravaganza, l’originalità dei temi trattati e la pura libertà di espressione del suo immaginario fantastico sono la base della sua carriera musicale. Queste caratteristiche non bastano a descrivere il giovane “Fauno”, come ama chiamarsi lo stesso artista, poichè possiede un’ottima padronanza di scrittura, musicalità, e ritmiche. L’ottimo orecchio unito alla visione animata del giovane rapper, con un’accurata rappresentazione video delle sue canzoni, permettono all’ascoltatore di immergersi completamente nel suo mondo, mostrando a pieno l’identità artistica dell’insolito emergente.
I suoi brani hanno dato vita a una narrazione musicale di ciò che voleva esprimere e rendere noto l’artista romano, distinguendosi in maniera esponenziale, così da rendersi unico e subito riconoscibile.