La R.L. Propaganda fu una loggia massonica aderente al Grande Oriente d’Italia, fondata nel 1877 col nome di Propaganda Massonica, aveva lo scopo di reclutare nuovi adepti alla causa massonica oltreché salvaguardare l’identità degli affiliati più in vista della società italiana sia all’interno che all’esterno dell’Istituzione. Ne fecero parte personaggi illustri della nostra Italia, tra cui Giosuè Carducci. Dire quindi che la Rispettabile Loggia Propaganda Massonica sia una setta di cospiratori è un errore voluto, anzi è una grande menzogna.
Sciolta nel 1925 per impulso del regime fascista, venne riorganizzata, e quindi rifondata, nel secondo dopo guerra dal Gran Maestro Ugo Lenzi, ch ela ribattezzò, per ragioni organizzative, “Propaganda 2”, pertanto affermare che la P2 venne fondata da Licio Gelli o dire che la P2 era di Licio Gelli è un’altra menzogna.
La Massoneria potremmo definirla come una scuola di perfezionamento interiore e, come per ogni scuola che si rispetti, il perfezionamento di ogni affiliato dovrebbe, non solo in via teorica, portato all’esterno al fine di migliorare la società umana che ci circonda.
Questo fu l’insegnamento massonico, quell’energia, che animò Licio Gelli quando divenne maestro Venerabile della Loggia P2, energia e praticità che si trasformarono in un boomerang che portò al disconoscimento e successivo scioglimento della Loggia Propaganda 2 ed a bollare come sovversivo un massone che voleva trattare questioni profane al fine di migliorarle applicando gli ideali di libertà e liberali tipici dell’Arte Reale.
Potremmo quindi affermare che Licio Gelli fu un Venerabile nato nel secolo sbagliato e che cercò, non solo teoricamente, di applicare al mondo profano gli insegnamenti liberali della Massoneria, nel momento sbagliato.
Il suo più grave errore non fu solo affiliare l’elite dello Stato che avrebbe potuto divenire mezzo con cui promulgare ed applicare sul campo leggi che si rifacevano a quei principi liberali e democratici, ma anche creare un piano per l’Italia unendo le teorie liberali massoniche alla politica, quindi al mondo profano; piano politico a cui la classe politica del tempo non era pronta e, ahimè, non è pronta neanche oggi a causa del parassitismo ormai conclamato nelle nostre istituzioni statali.
Piano di Rinascita Democratica, così si chiamava il progetto politico partorito dagli affiliati alla Loggia Propaganda 2 e, tra i suoi numerosi punti, comprendeva: la nascita del bipartitismo ossia una partito ch rappresentava la sinistra liberale e una formazione partitica che rappresentava l’area conservatrice, la ripartizione delle competenze tra le due Camere del Parlamento (funzione legislativa alla Camera dei Deputati e funzione economica al Senato della Repubblica), abolizione del monopolio Rai, riforma della magistratura con l’introduzione della separazione delle carriere tra P.M. e magistrato giudicante, riduzione del numero dei parlamentari ed abolizione delle province.
Tutti punti programmatici che oggi servirebbe applicare alla pesante ed onerosa macchina statale italiota ma che se fossero state applicate 30 anni fa, forse, oggi, l’Italia sarebbe un esempio di efficienza, senza sprechi. Oggi, se notate, quei punti dei “cospiratori piduisti” sono sbandierati da tutti i candidati premier, sia di destra che di sinistra, eletti o meno, per contenere la rabbia dei cittadini italiani continuamente vessati da una sempre maggior richiesta di sacrifici, da cui pare che solo i politici, magistrati e manager di stato, siano esentati.
Eppure il Piano di Rinascita Democratica venne bollato, dalla commissione parlamentare guidata dalla democristiana Tina Anselmi, come un piano sovversivo e pericoloso. La domanda è d’obbligo: il Piano di Rinascita Democratica era pericoloso per il popolo italiano o lo era per salvaguardare i privilegi dei politici di oggi come di allora?
Processi infiniti (a carico dei contribuenti), tonnellate di inchiostro e miliardi di lire sono state spese al fine di organizzare processi farsa contro gli affiliati alla Loggia Propaganda 2 che non hanno mai portato a nessuna condanna per attività sovversiva, neanche a carico di Licio Gelli. Le condanne personali del Venerabile, per fatti come il Banco Ambrosiano o la detenzione di documenti dei servizi nella propri abitazione non sono da imputare a tutti coloro che hanno fatto parte della Loggia P2, sono fatti personali e come tali il singolo colpevole se ne prende la responsabilità.
Se un calciatore o un corridore fa uso di sostanze dopanti paga il singolo atleta o viene condannata tutta la squadra? Visto che siamo in clima di droga calcistica dei mondiali, l’esempio, posto in questi termini, forse fa chiarezza in merito alla mia affermazione. Intanto però, l’Italia, è stata,con quei processi farsa, magistralmente distratta e avviata a provare avversione verso la Massoneria e verso ogni tentativo di defenestrazione di quella nomenclatura politica che verrà successivamente abbattuta da un golpe giudiziario che coprì, e copre, i correi di quel sistema basato sulla corruzione che e oggi causa della fase stagnante in cui versa la nostra Nazione.
Responsabilità civile dei giudici, esami psicoattitudinali preliminari per l’accesso alla carriera in magistratura, riduzione del numero dei ministri, alleggerimento delle aliquote sui fondi aziendali, moltiplicazione delle reti radio e televisive, ricondurre i sindacati alla loro funzione “naturale” (ossia difesa dei lavoratori e non egemonia psicologica e politica sui partiti).
Non sono forse questi alcuni temi cari all’elettorato moderato?
E’ essere sovversivi cercare di migliorare il proprio Paese?
Gli unici sovversivi sono stati coloro che hanno cercato di distruggere un piano di ricostruzione dell’Italia, con l’ausilio di una magistratura politicizzata e dei giornalisti che hanno creato e confezionato uno scandalo che tale non era. Anzi lo scandalo sono loro.
Gian Giacomo William Faillace