Presidente e fondatore della Convert, azienda romana che si specializza nel settore delle energie rinnovabili, Giuseppe Moro dopo una grande performance della sua azienda, nel 2012 pagò l’Imi per la prima casa ai dipendenti, e prima di tutto a quelli con i figli a carico. Ed escluse i dirigenti dal benefit.
Oggi, a distanza di quattro anni l’imprenditore romano decide di premiare i suoi trecento dipendenti con due mensilità in più: “I dipendenti sono la nostra vera ricchezza e asset strategico. Se chiediamo il loro impegno per raggiungere determinati obiettivi e li raggiungiamo trovo naturale che vadano ricambiati”.
Perchè premiare il merito non è solo giusto, ma anche conveniente. Se un lavoratore sa che il suo impegno viene riconosciuto, ce la mette tutta per raggiungere gli obiettivi dell’azienda. D’altra parte alla Convert – dove il 2016 si è chiuso con un aumento dei ricavi del 300 per cento – il riconoscimento del merito è una regola.
Un’idea rivoluzionaria, soprattutto in Italia, dove solitamente l’idea è completamente opposta: i dirigenti sono quelli che sempre e comunque devono essere premiati, nel bene o nel male. Ma in particolare, non deve esserci proporzione tra il loro stipendio e quello dei dipendenti.
In proposito viene sempre richiamata la celebre massima di Adriano Olivetti, secondo il quale “nessun dirigente, nemmeno il più alto, deve guadagnare più di dieci volte l’ammontare del salario minimo”. Il difetto di questa regola, è che il divario tra il salario dei dipendenti e quello dei dirigenti ha raggiunto livelli tali da farla apparire totalmente irrealistica. Col risultato che si fa fatica a stabilire una regola magari meno rigida, ma efficace e valida.
Molti sono gli esempi che possono essere citati per farci riflettere. Ad esempio, ad un operaio Fiat servirebbero più di quattordici secoli per avere la somma che Sergio Marchionne ha guadagnato in un solo anno, il 2015.
Dunque, ben venga l’iniziativa della Convert e di tutte le altre aziende che non pongono divari tra dipendenti e dirigenti, aziende che vedono il dipendente come un asset strategico.
Purtroppo, nella nostra moderna società viviamo con la consapevolezza che la sagacia di pochi imprenditori di buon senso, non basterà ad abbattere un costume scandaloso al quale ci siamo rassegnati.