Il problema culturale del popolo italiano è profondo e ogni giorno qualcosa lo dimostra. Nei giorni scorsi un giovane militare della marina italiana ha approfittato di una sedicenne, spacciandosi per un poliziotto per carpire la sua fiducia e poi stuprarla. Sui social si è subito scatenata l’orda dei perbenisti che, invece di condannare la violenza e lo stupratore, ha riversato sulla ragazza una serie di insulti e accuse, perché da noi la violenza sulle donne è ancora percepita come una colpa delle donne stesse che “provocano”. Ecco alcune perle:
Ma come se vestono a Prati? Aaaaaaa… ste zozzette!
E se invece avesse fatto un’orgia con i suoi amichetti?
Vedrai che mo la minigonna e le tette fuori non le porta più 🙂 polemici che palle
E non può mancare il tocco razzista, che in caso di stupro deve esserci, sennò non c’è gusto:
i buoni lo pensano i cattivi lo fanno… con la scusa del caldo tutto di fuori… e noi siamo pieni di “mau mau” [virgolettato mio] portati qui da alfano-renzi… e qualkuno nostro certo… entri in un bar e x per un caffè e non sai dove guardare, padri,fidanzati ecc che ti guardano storto solo xchè sei seduto… ma se la tua zo…compagna e tornata da mare col vestitino iomica posso iscrivermi al gay pride l’occhio per qualke secondo cade
Insomma, alla fine sarà anche italiano lo stupratore, ma la colpa è della zo… che si veste così e dei “mau mau” importati dal governo. Tra l’altro, qualcuno insegni l’italiano a questo signore. Il testo che leggete sopra è stato riportato con tutti gli errori dell’originale. Si sa, ignoranza e pregiudizi vanno di pari passo.
Vorrei anche far notare all’autore di questo ultimo capolavoro che i ragionamenti che fa sono proprio gli stessi che fanno quelli che lui chiama “mau mau” quando impongono velo e vestito lungo alle loro donne, per non eccitare gli uomini perché poi, se le stuprano, è colpa loro. Ci lamentiamo tanto degli integralisti islamici, ci arrabbiamo e li chiamiamo incivili (o peggio) quando picchiano le loro donne o impongono loro il burqa, ma poi ci comportiamo in modo assai simile quando una ragazzina di sedici anni viene violentata. E la colpa è sua, perché è stata in giro a divertirsi invece di ritirarsi castamente in casa, perché nel clima estivo ha messo vestiti corti invece che coprirsi e crepare di caldo.
E se facessimo lo stesso ragionamento sugli uomini? Immaginate se qualcuno facesse avance sconce e inopportune o addirittura facesse violenza a un ragazzino sedicenne in pantaloncini corti. Cosa succederebbe? Si direbbe anche lì che è stata colpa sua, che ha provocato con il suo vestiario? Io non credo. I ragazzi possono girare come vogliono, in costume, a torso nudo, e nessuno dice loro che provocano o che le donne poi sono giustificate se usano loro violenza. Questo ragionamento vale sempre e solo per le ragazze e le donne.
I commenti fatti alla notizia dimostrano come in Italia l’eguaglianza tra i sessi sia ancora solo teorica, mentre la realtà rimane ben lontana dalla realizzazione della parità. La nostra società dovrebbe davvero riflettere su quanto sia becera la mentalità di un popolo che sputa veleno su una ragazzina vittima di stupro senza provare vergogna. Perché questi commenti sono solo un piccolo estratto di quelli che vengono fatti sempre e ovunque su casi simili. A meno che lo stupratore non sia straniero, perché allora si invoca la castrazione, l’espulsione di tutti gli immigrati e chi più ne ha più ne metta, perché il perbenismo razzista supera in priorità il perbenismo sessista.
Ogni volta che vedo commenti simili, che vedo la totale mancanza di sensibilità, di solidarietà, di compassione proprio in quel paese che, dicendosi cristiano e cattolico, dovrebbe avere questi sentimenti in massimo grado, capisco sempre meglio perché Giorgio Gaber, poco prima di morire, cantasse “Io non mi sento italiano”.
Enrico Proserpio