di Martina Grandori
A volte anche le perle del jet set possono stupire quando si tratta di sostenibilità. Succede a Portofino, icona italiana di tutto ciò che rimanda a vacanze di lusso, jet set, yacht da sogno e bel vivere. Qui, in questo porticciolo che sembra un presepio trova i natali La Portofinese, azienda agricola che della sua attenzione all’ecosistema e all’ambiente del luogo ne ha fatto una coccarda. Un sogno già di Franca Sozzani, la celeberrima direttrice di Vogue Italia che qui aveva trovato un luogo da buon ritiro, il suo desiderio era che Portofino diventasse «portabandiera della sostenibilità in Italia».
Un esempio di salvaguardia di una montagna che svetta sopra i gozzi e i wally, dove sopravvivono gli olmi che un tempo servivano anche per costruire le barche e sono state salvate piante con le cui cortecce si tingevano le reti dei pescatori. Un progetto dove cura e restituzione degli spazi coincidono, un progetto dove ancora una volta si cerca di rivalorizzare la l’antica cultura dei locali e di farla conoscere ad un pubblico attento, Portofino non è solo la Piazzetta e i suoi ristoranti patinati. Ridare senso e vitalità alle antiche pratiche dismesse, recuperando le coltivazioni di un tempo e riportando agricoltura e animali su un territorio che da secoli aveva vissuto soprattutto di questo. I vigneti e gli uliveti, importante fonte di sostentamento per intere generazioni fino agli anni Trenta-Quaranta, vengono ora finalmente ripresi e riportati a piena produzione.
A firma di questo progetto lungimirante, con Mino Viacava con la sua biofattoria, La Portofinese, dove hanno sviluppato ben 4 diversi impianti per la produzione di energie pulite e rinnovabili (turbine eoliche, pannelli fotovoltaici, pompa di calore) e c’è perfino una boa intelligente che sfrutta l’energia del moto ondoso a Cala Vitrale, ai piedi del monte. Esiste anche una galleria scavata 175 metri sotto il monte dove viene sperimentata la produzione di energia geotermica sfruttando gli sbalzi di temperatura e convogliando le acque sotterranee in una micro turbina che garantisce energia per la cantina dove invecchiano e si conservano i vini de La Portofinese. Molte le attività che si possono fare nella eco-fattoria, tutte all’insegna del valorizzare paesaggi, cultura, maestranze e prelibatezze locali. Da pique-nique con degustazioni al laboratorio di pesto al mortaio o al laboratorio di focaccia ligure, non mancano percorsi in bici o a piedi sui sentieri del monte e una visita con focus su api e miele. E prima di lasciare questo paradiso di biodiversità, una sosta enogastronomica per acquistare olio, vino e marmellate home made. Ovviamente all’insegna dell’eccellenza ligure.