di Gabriele Rizza
L’Istat ha appena pubblicato i dati relativi agli indicatori demografici del 2019. Ne viene fuori un’Italia sempre più anziana, con l’età media che si attesta a 45,7 anni e soprattutto con una popolazione residente in calo di 116 mila persone. Calo dovuto ad un ulteriore rallentamento delle nascite, dove a fronte di 100 decessi ci sono solo 67 nascite e agli italiani emigrati all’estero, circa 120 mila, +2% su base annua.
Il rapporto dell’Istat fotografa un andamento da anni sotto gli occhi di tutti, preoccupante per il futuro del paese, triste perché racconta le difficoltà di giovani e famiglie che, pur desiderandolo, non hanno l’opportunità e la sicurezza economica di avere uno o più figli. Intanto, i vari governi si sono dimostrati preoccupati più del consenso momentaneo mediatico ed elettorale, dagli 80 euro di Renzi ai porti chiusi di Salvini, che della tutela della famiglia e delle possibili nuove famiglie, di italiani o immigrati che siano.
Avere figli non è un diritto, è una possibilità. Ma lo Stato per continuare a esistere nella storia, come Istituzione, identità e sviluppo, deve coltivare e difendere questa possibilità. I governi devono iniziare a pensare e agire come se non cadessero mai e non per vincere le elezioni in Calabria e in Emilia Romagna, per tenersi alti nei sondaggi o compiacere l’UE. E per farlo occorre ripartire dai diritti sociali e dai servizi, prendere atto che i problemi del paese non sono l’odio o l’immigrazione, ma il lavoro. Non guasterebbe un minimo di programmazione e non stravolgere ogni anno bonus e rimborsi per gli asilo nido.
Non si potrà invertire la rotta se non si prende atto del fatto che la casa è un diritto, che gli asili nido devono essere gratuiti e che le donne non devono essere più costrette a scegliere tra essere madri o lavoratrici.
Servizi e diritti chiari, efficienti ed uguali per tutti. E non assisteremo più alla guerra tra poveri, tra immigrati e italiani. Ma alla politica forse conviene così, che si parli di tutto che è nulla, e non di ciò che davvero affligge la vita dei cittadini. E pazienza se le culle sono vuote e “qualche” italiano scappa all’estero. L’importante è salire nei sondaggi e vincere la prossima elezione locale. Potere contrattuale, lo chiamano.