di Marzio Milord
La politica è (anche) spettacolo, soprattutto da quando Silvio Berlusconi è sceso in campo nel 1994. La storia parla da sé: da quel momento, tutti i partiti politici ne hanno preso esempio, scardinando così il modus operandi delle apparizioni televisive, dei congressi, dei confronti e degli incontri. Se la politica è andata e sta andando in questa direzione, le manifestazioni sindacali sono ormai diventate un misto tra comizio di basso livello e concertone del primo maggio; il che, la dice lunga sulla serietà di questi eventi e dei sindacati stessi.
Un paio di giorni fa, mentre Maurizio Landini parlava in Piazza del Popolo tra bandiere rosse della Cgil, del partito comunista e annessi spezzatini politici di estrema sinistra, con metà gente senza mascherina, tra la folla anche tanti giovani con birra e canna in mano, altri che suonavano i tamburi, altri ancora con i tamburelli. Ma questo baraccone, davvero serve a tutelare i lavoratori? O è in predicato di far casino e basta? La manifestazione sembrava un grande aggregamento di centri sociali, dove ognuno faceva quello che gli pare, Landini diceva le stesse cose dei suoi predecessori, i quali già esaminavano le medesime situazioni da quarant’anni; il tutto, in un clima brutto, vecchio, estremamente di sinistra, da ubriaconi dei peggiori bar di Caracas, da fumati in stile Cuba e da vagabondaggio.
Il rispetto dei lavoratori dovrebbe essere una cosa serissima, invece anche il comunista “duro e puro” Landini è riuscito a riunire in piazza sindacalisti e “chi ci stava”, per un evento inutile, fuori tempo, da circoletto di sinistra e che al sistema lavoro ha fatto più male che bene.