Nell’osservare le opere dell’artista di Francica, nella provincia di Vibo Valentia, ma che da tempo vive a Oggiono (Lecco), l’osservatore viene colpito dall’atmosfera di luoghi e di spazi carichi di sentimento, armonia e contemplazione per le storie narrate in essi che rimandano alle al mondo letterario del Grand Tour con le sue esaltazioni del paesaggio, della vita e vitalità della gente dei paesi che diventano stordimento, passione e persino mito.
I luoghi ricostruiti dal suo pregevole tratto diventano esaltazione di bellezza riproduzione di un vissuto tra culture multiple qui giunte lungo le vie del mare che ha fatto vivere sogni e certezze, conquiste e commerci, ma principalmente l’identità della laboriosità delle donne e degli uomini del sud, del contadino della terra e del mare le cui barche sostano per brevi periodi sulle spiagge dorate prima di riprendere il largo cariche di reti e di funi quanto di lampare per guardare tra le profondità delle acque.
L’opera figurativa di Mariella Sbriglio presenta una intensità di luce con impianto armonico e accostamento ai colori del Mediterraneo che emanano il profumo dei fiori e degli arbusti rappresentati e, in questa dimensione, diventa sinfonia dell’arte, memoria identitaria di luoghi riconoscibili nei quali uomini soli in cammino o seduti vestiti come divinità provenienti da mondi altri che qui hanno trovato dimora. Donne in attesa di qualcuno che passi o che l’intensità della luce del sole lasci lo spazio a magici tramonti che solo la costa tirrenica sa regalare perché appartenuta agli dei: Cerere, Plutone, Proserpina.
Nell’opera pittorica di Mariella Sbriglio la natura è scenario rievocativo, pathos dell’animo umano leggibile nei linguaggi di chiaro gusto estetico che l’artista esalta con chiara proiezione narrante il vivere nelle nostre contrade ancora riecheggiano secondo il magico canto delle sirene del mondo magnogreco che solcarono lo specchio azzurro di queste acque.
Pino Cinquegrana
Antropologo