Nome: Tau/Taw
Valore ghematrico: 400
Significato: Segno
La lettera Tau, foneticamente pronunciata come una t, chiude il nostro percorso di analisi simbolica dell’alfabeto ebraico, essendo l’ultima lettera dello stesso. Originariamente il grafema di questa lettera era molto simile ad una X e dunque alla lettera greca χ. Nella sua forma quadrata è difficile distinguere questa lettera dalla Chet, in quanto l’unica differenza è una lieve flessione sulla gamba di sinistra[1]. Il valore simbolico di questa lettera è duplice. Da una lato essa indica il segno volto a simboleggiare gli accordi; ancora oggi, infatti, diciamo «mettere una croce» in riferimento all’incapacità di firmare un documento[2]. D’altro canto, adottando una risemantizzazione della lettera tipicamente neotestamentaria, è possibile supporre una somiglianza con la croce di Cristo. È infatti probabile che la croce adottata dai romani per il flagello della crocifissione non fosse come quella tradizionalmente rappresentata dall’iconografia cristiana, ma fosse invece a forma di T, con il braccio orizzontale indicante la condanna del colpevole[3]. A conferma di questo ci sarebbe l’adozione della croce a forma di T da parte di Francesco d’Assisi prima e di tutto l’ordine francescano poi, derivante da una supposta origine ebraica del santo italiano[4] e chiamata, per l’appunto, Tau.
Nel Sepher Yetzirah di questa lettera si dice: «fece regnare la lettera Tav nella grazia, legò a lei una corona e la combinò cone le altre. Con esse formò Giove nel Mondo, il giorno 7 nell’anno, la bocca in Néphesh maschile e femminile.»[5]mentre nello Zohar: « […] Dunque la lettera Tav sostiene che le sue proprietà sono le più adatte per la creazione del mondo, che possono portare il mondo alla correzione e allo scopo della creazione, perché essa caratterizza la proprietà della verità, il sigillo del Creatore»[6]. Questa lettera infatti intrattiene un rapporto privilegiato con alcuni concetti fondamentali non solo della Cabala, ma anche di tutta la storia delle religioni del bacino mediterraneo, sopra tutti quello di catabasi. Il concetto di corruzione implicito nella lettera la collega, ipso facto, a Malkuth[7], quale Sephirah più bassa dell’emanazione di Dio e dunque anche più lontana dalla luce del Creatore. La Tav non ha però una funzione negativa, ma anzi agisce come una strada di redenzione, sentiero di salvezza ascendente verso la grazia di Dio. Ecco dunque l’accezione in cui questa lettera dovrebbe essere letta, essendo non incarnazione di un male relativo interno al mondo, quanto piuttosto manifestazione della grazia divina.
A pensarci bene la Tau potrebbe essere vista come la manifestazione di un Dio che non è più granitico e monolitico come traspare nell’Antico Testamento, ma che è relazione, confronto, parola e linguaggio.[8]
La discesa agli inferi di cui la Tau può essere, almeno cabalisticamente, un simbolo, è dunque una discesa che porta ad una relazione preferenziale con Dio, di cui il dialogo non è un impedimento, ma piuttosto un elemento fondante: ecco il senso della parola di Dio, la Torah.
[1] G. Deiana, A. Spreafico, Guida allo studio dell’ebraico biblico vol. I, Claudiana, Torino 2018, p.6
[2] P. De Benedetti, L’alfabeto ebraico, G. Caramore (a cura di), Morcelliana, Lavis 2014, p.97
[3] ibid. p.98
[4] ibid.
[5] A.A.V.V., Sepher Yetzirah, Haramakis Edizioni, Montevarchi 2018, p. 35
[6] A.A.V.V., Zohar, Feltrinelli, Milano 2020, pp.114-115
[7] ibid.
[8] P. De Benedetti, L’alfabeto ebraico, G. Caramore (a cura di), Morcelliana, Lavis 2014, p.100
di Stefano Sannino