Nome: Zade
Valore Ghematrico: 90
Significato: Amo
Di lettere che, nel corso della storia, hanno mutato pronuncia o grafema ne abbiamo già incontrate molteplici nel corso di questo ciclo di articoli e la Zade è sicuramente una di queste. Infatti, in origine, questa lettera aveva un suono diverso rispetto ad oggi, essendo pronunciata come un’enfatica e non come una z dura.
Zade oggi ha un suono dolce ed è la lettera con cui iniziano le parole tzaddìq “giusto” e tzedaqà “giustizia”, ambedue riferiti non tanto alla giustizia umana quanto alle idee di santità e di carità.
Da un punto di vista simbolico ci troviamo di fronte ad una lettera particolarmente rilevante, poiché sintomo di una differenziazione teologica tra due grandi archetipi e, se vogliamo, manifestazioni di Dio. Il fatto che la Zade riunisca i concetti di giustizia e carità, non può infatti che rimandarci alla distinzione tra Dio inteso come Elohim, dunque garante di giustizia ed anche, se vogliamo, Dio terribile e sanguinario, e Dio-ha–Shem, Signore di Misericordia. La tradizione ebraica ci riferisce infatti che, quandunque Dio viene mosso a compassione, eccolo alzarsi dal trono di giustizia per sedersi, invece, sul trono di misericordia.
È chiaro, quindi, che ci troviamo davanti ad una contrapposizione netta tra queste due sfere archetipiche e, pare, che giustizia e carità non possano coesistere allo stesso tempo.
In realtà, guardando alla società, notiamo che questa contrapposizione non è così evidente, tanto che giustizia e carità spesso sono l’una la condizione dell’altra, essendo legate da un rapporto di co-dipendenza piuttosto evidente. Laddove la giustizia è infatti quell’elemento di coesione sociale che permette di far fronte alla disgregazione della società stessa, la carità è invece un’azione del singolo che non porta con sé alcuna funzione sociale in senso stresso. La carità, però, non sarebbe possibile in una società senza giustizia e, dunque, in una società al collasso.
Eccoci allora davanti all’evidenza che, proprio come ci mostra la lettera Zade parlare di giustizia e di carità insieme non è affatto contraddittorio come l’interpretazione teologica vorrebbe invece farci credere: unire queste due sfere archetipiche significa riconoscere non solo l’immenso potenziale dell’uomo come singolo, ma anche della società come aggregazione di uomini, retta tanto sul potere collettivo e sull’amministrazione della giustizia, quanto però anche sulle piccole azioni individuali, sulla carità, sulla santità, sull’aiuto al prossimo, in breve, su tutte quelle azioni che un singolo uomo può fare, in accordo alla giustizia, per cambiare il mondo, un piccolo passo alla volta.
di Stefano Sannino