di Gabriele Rizza
Se fosse un film, sarebbe di quelli dalla trama sentita e risentita. Il nuovo capitolo della soap opera made in UE, vedrà probabilmente modificare i piani iniziali riguardo il Recovery Fund, considerato dal Premier Conte la medicina per tutti i mali economici causati dal Covid. I paesi del nord, infatti, durante il Consiglio europeo, hanno spinto per scostarsi dalla proposta che mette in campo 750 miliardi di euro da dividere per tutti i paesi UE, di cui 500 a fondo perduto e la restante parte da rimborsare con interessi. La nuova falsa idea promuove invece 360 miliardi (non più 500) a fondo perduto, mentre altri 360 da restituire, sempre con gravosi interessi. Salvo colpi di scena cinematografici, non ci dovrebbero essere vincoli di spesa, come quelli legati al MES, almeno sulla carta. La sorpresa però è sempre possibile, e non di quelle positive per l’Italia, perché gli interpreti sono sempre gli stessi e non intenzionati a mutare la propria personalità nel corso del film: abbiamo olandesi, scandinavi e austriaci nel ruolo dei “frugali”, che altro non sarebbe il modo morbido e mainstream per definire i veri sovranisti, perché dalle nostre parti i sovranisti – a causa del politicamente corretto – sono solo i cattivi come l’ungherese Orban, mai i popolari e democratici che sono dei paradisi fiscali legalizzati; abbiamo poi i “furbi” come i francesi e i tedeschi, che fanno fare la parte dei cattivi ai frugali per avere la botte piena e la moglie ubriaca, ossia condizioni svantaggiose per i paesi del sud ma solidarietà a parole. Infine abbiamo quelli del “vorrei ma non posso”, gli italiani. Quest’ultimi prendono pacche sulle spalle in pubblico e schiaffi sulla nuca in privato, ma tacciono, si mostrano ragionevoli perché altre soluzioni non ne hanno e perché il senso di colpa innescato dal mainstream fa credere loro di essere sempre dalla parte sbagliata, dello sperpero e dell’incompetenza. Tuttavia, i veri frugali fino ad ora lo sono stati solo gli italiani che, per esempio, attendono ancora i 25 mila euro per far ripartire la loro attività.
Riusciranno questa volta quelli del “vorrei ma non posso” a farcela? Forse sì, evitando il disastroso MES ma tornandosene da Bruxelles con qualche spiccio in tasca. Da restituire.