di Stefano Sannino
Le religioni fanno parte della società umana da ormai molti millenni e, seppur con variazioni significative l’una dall’altra, presentano alcuni punti di contatto importantissimi per comprendere cosa si cela alla base del sentimento religioso umano: sentimento che, per definizione, è legato all’intangibile, all’invisibile ed al superamento dell’ostacolo supremo, la Morte.
Ma qual è il motore che spinge l’essere umano alla ricerca di una religiosità? Qual è il significato più profondo dell’essere un uomo religioso?
Le interpretazioni di questa domanda sono state moltissime, ma una possibile risposta ci arriva dalla mistica, in particolare dalla mistica ebraica. Il concetto di “devequt” è legato a doppio filo alla religiosità, in quanto si rifà direttamente a quella che oggi potremmo chiamare mistica unitiva. Per mistica unitiva, indichiamo quel bisogno completamente umano, di raggiungere un’unione con la propria Divinità, attraverso un percorso ascetico che per quanto riguarda l’ebraismo è composto da contemplazione, preghiera ed ecstasy. Questi tre elementi, qualora combinati dal mistico, permetterebbero, l’unione con Dio ed un contatto reale e quasi fisico con la Divinità stessa.
Ma la mistica unitiva non è propria solo dell’ebraismo, piuttosto caratterizza invece pressoché tutte le forme di religiosità umana, seppur in gradazioni e varianti differenti. Lo scopo ultimo è sempre uno: unirsi a Dio e trovare in questa unione la Pace Suprema.
Pace che può essere descritta anche come illuminazione, come ascesi suprema o, per dirla con gli induisti, come nirvana.
Avere un contatto reale con la propria Divinità, permette all’uomo di far fronte al primo motore della sua religiosità: il superamento dei dolori, degli ostacoli e dunque di quell’ostacolo supremo che tanto ha spaventato la nostra specie per millenni interi: la Morte.
La Morte rappresenta l’invalicabile, l’inconoscibile, l’insuperabile. Tutti vanno verso di Essa ma nessuno può tornare indietro. La Morte è l’unica certezza che caratterizza la nostra esistenza, insieme alla nascita (per dirla con Heidegger), eppure nonostante questo carattere di certezza, la Morte ci terrorizza poiché non possiamo conoscerla in nessun modo. L’unico modo per superare la Morte, sarebbe proprio trovare un’unione con Dio, affinché tutte le preoccupazioni umane legate allo stato della vita decadano, in una pacifica sintesi tra uomo ed ultraterreno. Solo così è possibile trascendere quel limite con carattere di certezza che per tutta la vita l’uomo guarda da lontano, ma non ha mai il coraggio di conoscere davvero. Solo l’illuminazione, il Nirvana, l’Unione Mistica, ha il potere di sconfiggere la Morte, l’ostacolo di cui tutti abbiamo paura, ma di cui nessuno può fare a meno.