Il rapporto tra la Massoneria ed il movimento fascista fu a dir poco ambiguo ed, inizialmente, non certo conflittuale a partire dai finanziamenti che alcune logge milanesi offrirono ai fascisti che si apprestavano a marciare su Roma.
Il programma del movimento fascista, nella parte sociale, venne elaborata dal Fratello Massone Alceste De Ambris.
Impossibile elencare inoltre tutti i fascisti appartenenti alla Massoneria: erano davvero tantissimi ma tra questi possiamo ricordare Italo balbo, Emilio De Bono, Achille Staraci e Licio Gelli.
Anche la Gran Loggia d’Italia, quella di Piazza del Gesù, appoggiò l’ascesa del Fascismo, così come il Gran Maestro del Goi, al tempo Domizio Torrigiani, augurò il successo al Governo Mussolini dopo la marcia su Roma. Roul Vittorio Palermi invece, Gran Maestro di Piazza del Gesù, invece, conferì a Benito Mussolini il 33esimo grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato e continuò ad appoggiare il Fascismo fino al punto che il suo nome figurò anche tra gli informatori dell’OVRA, al contrario del GOI che preferì discostarsi dal movimento nazional socialista.
Nel Febbraio del 1923 Mussolini diede il via ad una campagna anti-massonica, impartendo agli iscritti al PNF l’ordine di sciogliere ogni vincolo con le logge massoniche, quindi, il 19 maggio 1925 la Camera dei Deputati approvò il progetto di legge sulla disciplina delle associazioni, presentato da Mussolini e mirante soprattutto allo scioglimento della Massoneria.
Già prima del suo scioglimento il Grande Oriente d’Italia era in rapporti di amicizia con la Gran Loggia di Francia e a Parigi era stata fondata, 1913, da italiani ivi residenti, la Rispettabile Loggia Italia, il 28 maggio 1930 gli esuli fondarono una nuova Loggia, l’Italia Nuova, dalla quale provenne un notevole contributo alla causa repubblicana nella guerra civile spagnola, cui parteciparono nove membri della Loggia, tra i quali Randolfo Pacciardi e Francesco Fausto Nitti.
Il 12 gennaio 1930 Eugenio Chiesa fu eletto gran maestro aggiunto del Grande Oriente d’Italia in esilio, nel quale si riconobbero le Logge italiane costituite all’estero e già all’obbedienza di Palazzo Giustiniani.
Il 10 luglio 1944 il “Comitato della Grande Maestranza”, formato da Umberto Cipollone, Guido Laj e Gaetano Varcasia, emanò la circolare n° 1 ai “Carissimi Fratelli Venerabili, Fratelli tutti d’Italia”: il Comitato si considerava erede diretto di Domizio Torrigiani ed Ettore Ferrari e alla vigilia del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 il Grande Oriente così si espresse: “Noi non possiamo né vogliamo fare altro che ricordare ai Fratelli la necessità di tener fede ai principi che avemmo in retaggio da Mazzini, senza nulla imporre: nel tempio del libero pensiero non sono ammesse coercizioni. Giudichino i fratelli, riandando la storia d’Italia, particolarmente quella degli ultimi venti anni, quale delle forme istituzionali sia meglio adatta a conservare in piedi precisamente quel tempio della Libera Massoneria di cui noi siamo gli operai e da tale esame traggano ispirazione”.
Dalle ceneri del fascismo la Massoneria italiana, peraltro, risorse sia sotto i vessilli del Grande Oriente di Palazzo Giustiniani sia nella versione di Piazza del Gesù, ad iniziativa di Raoul Palermi.
Il 19 marzo 1949 il grande Oriente d’Italia approvò il testo di una Costituzione dell’Ordine: cardine del nuovo ordinamento era la netta separazione dei Riti dall’Ordine, secondo la riforma già impostata nel 1922 da Torrigiani ma non condotta in porto per gli eventi che si succedettero. In conseguenza di ciò, non vi sarebbero più state Logge dell’uno o dell’altro rito, ma ognuna avrebbe lavorato solo secondo i rituali tre gradi universali di apprendista, compagno e maestro: solamente raggiunta quest’ultima dignità i Fratelli, volendo, avrebbero potuto accedere ai Riti quali scuole di perfezionamento.
La Costituzione, che recepisce i “landmarks” e con ciò collega fortemente il Grande Oriente alla tradizione universale Massonica, fu depositata dinanzi all’autorità civile.
Il 13 settembre 1972 “l’aspirazione del popolo Massonico italiano alla universalità” fu realizzata con il riconoscimento della regolarità del Grande Oriente d’Italia da parte della Gran Loggia Unita d’Inghilterra: fu proprio il Gran Maestro Salvini ad annunciare lo storico evento ai suoi Fratelli.
Sulla scia di tale avvenimento si rinnovarono da più parti i tentativi di fusione con la Gran Loggia di Piazza del Gesù, ma invano: l’ostacolo principale fu rappresentato dal fatto che quest’ultima – fin dal 1956 – avesse accettato il principio dell’iniziazione femminile, dando vita e riconoscendo Logge costituite da donne.
In realtà il 18 settembre 1973 avvenne una “fusione” tra il Grande Oriente e circa 200 Logge già appartenenti a Piazza del Gesù, ma Giovanni Ghinazzi, della Gran Loggia d’Italia, la sconfessò, proseguendo per la sua strada.
A causa del cosiddetto “scandalo P2”, nell’immaginario collettivo si è insinuata la semplicistica equazione Massoneria = organizzazione malavitosa, andando ben al di là delle conclusioni oggettive cui giunse la magistratura e la stessa Commissione parlamentare d’indagine.
Della Rispettabile Loggia Propaganda 2, parleremo nella prossima puntata, ma con occhio semiotico, al fine da stabilire il perché di quel presunto scandalo ed a cosa realmente portò.
Sta di fatto che il 31 ottobre 1981, sette mesi dopo il rinvenimento delle famose liste P2 e dello scandalo seguente, la corte centrale del Grande Oriente d’Italia presieduta dal nuovo Gran Maestro Armando Corona, espulse Gelli dal consesso Massonico; peraltro, la Loggia di Propaganda 2, aveva sospeso ufficialmente la propria attività all’interno dello stesso GOI già nel 1976 e da allora non agiva più all’interno del consesso Massonico ufficiale.
Il 18 novembre 1984 fu promulgata la nuova Costituzione dell’Ordine: in essa si afferma che “il Grande Oriente d’Italia (rappresentante la sola fonte legittima di autorità Massonica nel territorio italiano e nei confronti delle Comunioni Massoniche estere) nei rapporti giuridici con la società civile si colloca tra le associazioni non riconosciute”, e vengono introdotte importanti novità in ordine alla trasparenza interna dell’Organizzazione.
Al tempo stesso fu dato speciale impulso a convegni di studi e ad iniziative di diffusione della cultura Massonica, fondando altresì un Centro per la storia della Massoneria, aperto a Massoni e non Massoni.
Tale profonda opera di rinnovamento e rilancio culminò nell’iniziativa assunta congiuntamente dal Grande Oriente e dalla Gran Loggia il 9 dicembre 1991, quando si allestì a Torino il più importante concerto di musiche Massoniche mozartiane realizzato in Italia nel bicentenario della morte del musicista: tale iniziativa ricevette ufficialmente il plauso e l’apprezzamento del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga.
Gian Giacomo William Faillace