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martedì, 19 Novembre, 2024

LA GUERRA IN SIRIA. Area medio orientale sempre più instabile

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Mentre l’esercito regolare siriano sta riportando  numerose vittorie, riconquistando le città precedentemente occupare dai gruppi jihadisti internazionali (trovare un siriano tra i “ribelli” è come trovare Obama ad una festa del Ku Klux Klan) si riaffaccia all’orizonte l’accusa che bashar Al Assad faccie uso di armi chimiche a base di gas clorina.

Consiglio di Sicurezza dell’ONU, Francia e Stati Uniti, stanno nuovamente puntando il dito e accusando apertamente Assad  di aver utilizzato armi chimiche durante un attacco. Sia il regime siriano, sia la Russia smentisco l’uso di armi chimiche da parte dell’esercito regolare siriano e accusano i jihadisti.

Visti i precedenti, non si esclude che questo nuovo attacco chimico sia un tentativo turco o comunque di qualche gruppo jihadista per esasperare gli animi e costringere la NATO a bombardare le postazioni dell’esercito siriano al fine di riconquistare le posizioni perdute e magari vincere la loro sporca guerra teocratica.

10303782_10203607089127171_3838899325961125917_nIntanto, le scelte dell’inetto presidente americano stanno stanno sortendo i loro effetti devastanti anche nei Paesi confinanti con al Siria. Il Libano è sottoposto ad uno sforzo umanitario apocalittico, raccogliendo profughi siriani, nel sud del Paese dei cedri invece Hezbollah, alleto di Assad,  usa i valichi con la Siria per inviare uomini ed armi in appoggio alle milizie sciite siriane. Anche Israele è sottoposto ad uno sforzo umanitario: profughi siriani con patologie e miliziani, di entrambi gli schieramenti feriti durante i combattimenti vengono volutamente lasciati nelle immediate vicinanze del confine israeliano in quanto sanno che verranno curati negli ospedali dello Stato Ebraico.

Che poi inneggino alla sua distruzione  va da sé, ormai è conclamato. Scontri tra forze regolari e jihadisti si sono registrati nei giorni scorsi al confine con la Giordania: due areei dell’aviazione giordana, in volo di ricognizione, hammo individuato alcuni camion che hanno varcato il confine tra Siria e Giordania; l’aviazione giordana ha quindi aperto il fuoco annientando il convoglio jihadista.

Un episodio simile è invece avvenuto al confine con l’Iraq domenica pomeriggio: anche in questo caso un convoglio costituito da camion ha deliberatamente varcato i confini tra Siria ed Iraq. Anche in questo caso l’aviazione militare irachena ha distrutto il convoglio dei terroristi islamici.

Tra tutti i Paesi dell’area circostante la guerra siriana, il primo che ne sta pagando le conseguenze in fatto di violenze interne è l’Iraq. Con l’inasprirsi della guerra civile siriana, si sono intensificati in Iraq gli scontri tra fazioni sunnite e sciite, quest’ultime particolarmente appoggiate dall’ISIL (Stato Islamico in Iraq e nel Levante), organizzazione terroristica sunnita vicina ad Al-Qaeda molto attiva a fianco di Al-Nusra in Siria contro Assad e finanziata dall’Europa e dall’inetto sunnita della Casa Bianca.

Venerdì scorso, ovviamente dopo i sermoni “pacifisti” di qualche imam sunnita, un’autobomba ha ucciso, durante un raduno, 28 persone e ferito altre 100. Tutte le vittime erano legate al movimento sciita “Lega dei Giusti”. Le violenze comunque, in Iraq, vengono perpetrate da entrambi i fronti contrapposti: se i sunniti preferiscono le bombe guidate da terroristi suicidi, gli sciiti rapiscono, torturano e poi, per grazia, uccidono i sunniti.

Tutto questo in Iraq avviene pochissimi giorni dal voto: mercoledì 30 infatti si voterà per il rinnovo del Parlamento di Baghdad e tutto in un clima di terrore dopo anni di conflitto e il rischio è che i movimenti sciiti possano riportare una vittoria avendo costituito un’unica alleanza in cui è presente il movimento Ahrar che è legato al potente chierico sciita Moqtada Al Sadr molto legato all’Iran.

Gian Giacomo William Faillace

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