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mercoledì, 25 Dicembre, 2024

La «green communities» è il nuovo patto tra città e campagna

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di Cristina Florenzano

Come rinsaldare il dualismo città-campagna cristallizzatosi nell’economia contemporanea? Come avviare una ripresa omogenea nel paese senza considerare debitamente l’importanza della campagna al servizio delle città? L’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani evidenzia la mancanza di un’infrastruttura di comunicazione che connetta davvero le zone rurali e montane. Una ricostruzione post-pandemia attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) senza un adeguata innovazione delle aree montane non è sostenibile. E per poter dotare le zone montane di adeguate connessioni digitali e internet servono ingenti investimenti, che non si devono fermare alla connessione digitale, ma devono anche agevolare la creazione di piccole e medie imprese, al fine di colmare il gap che affligge le zone montane e le città, allo scopo di sostenere una ripresa omogenea in tutto il Paese. Questa transizione, tuttavia, deve coinvolgere tutti i cittadini, i quali non sono solo semplici beneficiari finali degli interventi, ma devono esserne ideatori e promotori attivi dei progetti: si tratta di soggetti che conoscono il territorio, a cui affidarsi per la progettazione del nuovo futuro, per una tutela ambientale e sociale davvero sostenibile, in grado di mantenere il delicato equilibrio tra natura, progresso tecnologico, industria e coesione sociale.
Riduzione del divario digitale, tutela delle risorse naturali, servizi, turismo di qualità, nuove filiere e sviluppo locale dei piccoli paesi e delle aree interne sono questioni vitali per le stesse città del domani. Lo spopolamento, la fragilità, la desertificazione naturale, economica e sociale significano città sovrappopolate, periferie degradate, incremento della criminalità, minore sicurezza, ecc. per le città. Una green communities è, dunque, il patto necessario tra città e montagne e richiede investimenti adeguati. Così come previsto dallo stesso art. 44 della nostra Costituzione.
Le aree montane in Italia sono vive, sono vissute, sono comunità che – come scrive la nostra Costituzione – hanno necessità di specifici provvedimenti e salveranno le città del futuro.

 

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