Ronald Reagan lanciò la sua carriera politica nazionale al tempo della candidatura di Barry Goldwater. La lanciò con un discorso che divenne una pietra miliare del pensiero conservatore. Al suo interno vi era un aneddoto che spiega molto bene la situazione attuale degli Usa. Un esule cubano sta parlando con due gentiluomini Americani della disgraziata situazione della sua Isola. Ad un tratto un gentiluomo dice all’altro: “Quanto fortunati che siamo!”. “Quanto fortunati siete voi?” replica il Cubano “Quanto fortunato sono IO! Io avevo un posto dove scappare”.
Ecco oggi Obama sta realizzando, con penosa lentezza, che c’è sempre una ridotta per gli uomini liberi. Mentre lui apre la stagione della rapina fiscale ai danni di chi produce, i produttori fuggono. Se la terra dei liberi e la patria dei forti si trasforma in un gulag fiscale, i liberi e forti scappano. Sì, non è l’atteggiamento eroico che ci aspetteremmo, ma nemmeno quello remissivo calcolato dai geniali pianificatori economici. Perchè vedete, è sempre lì il problema, qualcuno crede davvero che la pecora tornerà all’ovile il giorno del macello. Spontaneamente. Quando questa fantasia crolla su se stessa il pianificatore si arrabbia. Le minacce in questo caso sono modifiche retroattive della normativa fiscale. Fuochi di paglia, il Tea Party non le farà mai passare.
La cosa che brucia di più è la meta scelta per la grande fuga. Quell’Inghilterra in cui un premier conservatore ha licenziato 500 mila statali, abbassato le tasse e rilanciato l’economia. Quella terra che ha fatto della finanza la sua prima industria. Quella terra che è tornata a parlare di libertà. Ma come, proprio adesso che c’è la sanità per tutti, gli Americani scappano? Proprio adesso che c’è un presidente Nobel per la pace? Proprio ora che i buoni hanno vinto? Sì, forse i “buoni” si sono dimenticati che chi paga il conto potrebbe ritenere eccessive le ordinazioni. Forse non voleva nemmeno che il suo posto di lavoro si trasformasse in un ristorante. Forse non gli sta neppure simpatica tutta la gente che si è seduta a tavola. Magari qualcuno sì, infatti una parte di quelli erano suoi ospiti regolari. Ma quelli che hanno fatto irruzione? Quelli li deve davvero sfamare lui? Per l’Inghilterra no, per gli Usa sì. Per i produttori è venuto il tempo di pregare di nuovo per la prosperità della casata reale.
Ovviamente se il problema si è posto in Usa figuriamoci se non si pone qua. Dalla Fiat in poi ci dovremo abituare alla desertificazione. Dopotutto figuratevi se la Calabria o la Sicilia possono rinunciare ai propri forestali per la misera ragione che i nostri imprenditori non se li possono più permettere. Tanto noi abbiamo il genio, il sole ed il mare. Per esempio abbiamo il genio del ministro Burlando che mentre si trova sul mare viene colpito a tradimento dalla calura solare e vagheggia di farci diventare una nazione di smaltitori di disastri navali. Come possiamo fallire con geni di questo genere, un sole così magico ed un mare che basta riempire di Schettini per renderlo davvero produttivo?!
Luca Rampazzo