di Stefano Sannino
Natale si avvicina, e con esso la voglia di passare il proprio tempo con la propria famiglia. Famiglia che ci ha cresciuto, nutrito, amato, educato, insegnato; famiglia nucleare, monogenitoriale, ricostruita o di fatto, tutte forme dell’apparato familiare che noi in qualche modo conosciamo. Ed è proprio nel periodo dell’anno in cui la famiglia viene ricordata come elemento fondante delle nostre vite che, forse, dovremmo anche interrogarci su cosa davvero, sia questa stessa famiglia.
Negli ultimi anni se ne è parlato parecchio, in particolare dopo il DDL Cirinnà del 2016: eppure nessuno, pro o contro che fosse, si è mai chiesto cosa fosse quella struttura sociale che si tentava di andare a “modificare” con quel disegno di legge. Se ci si fosse interrogati, allora come adesso, su quali siano le forme di famiglia esistenti al mondo, si sarebbe compreso senza troppe cerimonie che né la legge italiana, né quella di qualsiasi altro stato al mondo, potrà mai andare a ledere il diritto della cosiddetta “famiglia tradizionale”, poiché essa nemmeno esiste. La famiglia, quale struttura fondante e basilare della società umana, si manifesta nel mondo in incalcolabili forme, rendendo impossibile stabilire quale sia la forma migliore o più giusta. L’idea che esista una “famiglia tradizionale” da difendere, è tipica della fine dell’Ottocento quando gli antropologi inglesi tentavano di studiare gli stadi dell’evoluzione di una determinata cultura in relazione a quella considerata all’apice del suo sviluppo, che – casualmente – era proprio quella inglese, vittoriana. Ma esattamente come questo punto di vista etnocentrico è stato abbandonato dalle scienze, dovrebbe essere accantonato dal senso comune: dopotutto, ciascuno di noi vede e conosce decine di forme di famiglia, ciascuna con le sue qualità e particolarità. Per esempio, tutti noi conosciamo un genitore single o vedevo/a, tutti noi conosciamo qualcuno che vive con genitori e nipoti nella medesima abitazione, tutti noi conosciamo famiglie che fino a qualche tempo addietro avremmo definito “miste”, cioè frutto del matrimonio tra un nativo italiano ed un immigrato. Insomma, studiare la famiglia è complesso ed ancor più complesso è darne una definizione adatta a comprendere la straordinaria varietà che questa ha assunto nel corso della storia e delle distanze geografiche del nostro pianeta. Ed allora, l’augurio migliore che si possa fare in questo momento dell’anno, non è solo quello di passare il tempo con la propria famiglia, ma anche di smettere di giudicare quelle altrui, che sono tanto valevoli quanto giuste, come la nostra.